Ecco un altro fatto quotidiano, tutt'altro che positivo e tutt'altro che a sostegno della disabilità.
"Il Comune gli continua a negare il pulmino per il trasporto del figlio
disabile al centro di fisioterapia e lui, esasperato dal tira e molla
degli impiegati, che va avanti da oltre dieci giorni, minaccia di
buttarsi dalla finestra dell’assessorato ai servizi sociali. Sono dovuti
intervenire i vigili urbani e poi i carabinieri per calmare Franco
Esposito di 49 anni, l’uomo al centro di una storia di disagi familiari.
Dopo averlo identificato, i militari l’hanno convinto a tornare a casa.
Alcune ore dopo intanto l’amministrazione comunale ha deliberato la
continuazione del trasporto gratuito per il disabile.
È successo negli uffici comunali di via Salvatore Di Giacomo, poco dopo
che l’uomo, per l’ennesima volta, chiedeva l’assistenza veicolare per
suo figlio Giovanni. Il ragazzo ha 22 anni e fin dalla nascita è affetto
da un grave ritardo psicomotorio del cervelletto e da una instabilità
caratteriale che ne condizionano pesantemente l’esistenza. In casa è
guardato a vista dai genitori, perché i suoi movimenti sono sempre
imprevedibili: «Dovrebbe frequentare per otto ore al giorno un centro di
fisioterapia a Giugliano – racconta il padre – ma senza l’aiuto
indispensabile di un servizio di trasporto municipale è costretto a
rimanere a casa tutta la giornata. Purtroppo sono disoccupato e non
posso accollarmi le spese di trasporto».
Il giovane disabile fino a poche settimane fa ha frequentato in regime
di semiconvitto una struttura riabilitativa nel vicino comune, ma con la
ripresa del corso era venuto a mancare l’aiuto dell’ente locale: «Mi
hanno detto di attendere – continua Esposito – perché il Comune deve
bandire una gara d’appalto per il servizio del pulmino; prima d'ora
tutte le promesse non avevano avuto successo».
Nell’abitazione alla periferia della cittadina, intanto, Giovanni
continua ad andare su e giù per la casa con il suo nervosismo che ne
caratterizza i movimenti. Si esprime a gesti e con suoni cupi e
s’appresta a passare un’altra giornata tra la cucina e la sua stanzetta,
affacciandosi alle finestre sbarrate, per evitare brutte sorprese
(«prende farmaci speciali per restare più tranquillo» fa sapere il
padre). Ha un fisico longilineo e quando non esce con i genitori rimane a
torso nudo. La mamma, Concetta, è una donna rassegnata alla grave
disabilità del figlio e segue come un’ombra il primogenito. L’altro
fratellino, più piccolo di 13 anni, adesso è a scuola; affezionatissimo a
Giovanni spesso condivide con lui una parte del tempo libero, anche
quando nel pomeriggio esce per una passeggiata.
«Nessuno al Comune riusciva a comprendere il mio dramma – denuncia
l’uomo, appena tornato a casa dopo aver tentato di mettere in pratica
l’insano gesto – ma non mi sono arreso, Giovanni doveva essere
assistito, era un suo diritto». Poi la svolta. Il Comune si ravvede e
pone rimedio."
Fonte:il Mattino.it
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
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Ilaria
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