Nuovo blog

Presto il blog si trasferirà all'indirizzo disabilitasenzabarriere.it. Puoi già visitare il sito e inviarci la tua e-mail. La useremo soltanto per informarti quando il blog sarà attivo.
Un saluto!
Ilaria

venerdì 21 dicembre 2012

http://www.disabilitasenzabarriere.it è online il nuovo blog !!!

Dopo tante fatiche è finalmente online , sotto nuove vesti, il mio blog !!!
Vi chiedo quindi di "passare" a questo link, poichè il blog attuale verrà abbandonato!! 
Ecco il link dove potrete trovarmi e trovare news  e curiosità sul mondo della disabilità:


                                                         Vi aspetto!!!

                                                                               Ilaria

«Noi, l'Italia»: il paese visto dai disabili di Sant'Egidio

Genova - C'è chi ha voluto rappresentare il G8 di Genova, chi ha voluto disegnare la Costituzione, chi il mare e le imbarcazioni, ma in ogni caso è un'Italia lontana dai luoghi comuni e dagli stereotipi quella rappresentata dai disabili mentali riuniti nel movimento "Gli amici" della Comunità di Sant'Egidio. Opere che formano una mostra davvero originale, dal titolo «Noi, l'Italia» ospitata a Palazzo Ducale dopo essere stata al Quirinale, a Roma.
L'esposizione propone pitture, installazioni video e testi realizzati durante i laboratori d'arte in cui gli artisti hanno utilizzato ogni tecnica possibile - acquerello, tempera, matita, collage - per esprimere sé stessi ma anche per rappresentare con passione e profondità la loro personale visione del paese, partendo dalla storia ma solo per guardare al futuro.

fonte:http://www.ilsecoloxix.it/

Disabile nel park costretto a togliere la gamba artificiale per risalire in auto

Una storia natalizia, per i tempi in cui è avvenuta. Non nel senso edificante del termine, anzi. Protagonista, assolutamente involontario, Loris Figoli, spezzino, disabile, ma non per questo rassegnato a rinunciare alle necessità più «normali» e obbligate della vita: come recarsi in macchina a un centro commerciale, ad esempio, fare spese, due commissioni e via, e ritornare a casa. Anche, soprattutto, a Natale, che diamine! Come fanno tutti. Come dovrebbero poter fare tutti, disabili e abili, purché questi ultimi siano i primi a capire le esigenze dei secondi. Non capita così, a Figoli, al Centro commerciale Coop «Le Terrazze», uno dei più vasti d'Europa, perfettamente attrezzato su più piani anche per i parcheggi, e naturalmente anche per gli spazi riservati ai portatori di handicap. Figoli posteggia regolarmente entro le linee gialle, lascia il contrassegno sul cruscotto, si trattiene un'oretta nel centro, ma al ritorno trova la propria MiTo affiancata - e irrimediabilmente bloccata - da un altro veicolo. Un veicolo di una persona «normale», che nonostante gli altri ampi spazi a disposizione, s'è innamorato di quello, proprio quello, ma in modo tale da impedire a chi ha oggettive difficoltà di deambulazione (un arto artificiale, alcune serie patologie polmonari), di incastrarsi in uno spazio tanto angusto per risalire in vettura. (...) 

Fonte:http://www.ilgiornale.it/

Arte senza handicap La sfida vinta di Paolo


«Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile…». È il messaggio forte sui bambini nati con handicap che Giuseppe Pontiggia ci ha lasciato nel suo romanzo Nati due volte. Il protagonista di quel libro, molto biografico, si chiama Paolo, disabile dalla nascita. E quelle frasi di Pontiggia ci accompagnano mentre andiamo ad incontrare un altro Paolo, nato con la sindrome di Down. Con Jacopo, suo fratello maggiore, Paolo Guerriero aspetta all’ingresso della libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele, perché è lì, nella sala Enzo Biagi (quella che era la «seconda casa» del giornalista) che espone – fino alla fine di gennaio 2013 – le sue opere d’arte.

Si intitola Cinque velocissime zampe la mostra di questo ragazzo: 28 anni, occhialini rotondi calati sul musetto dolce di un cucciolo d’uomo che ci guida nel suo meraviglioso universo creativo. Una decina di opere d’artista puro, che meritano attenzione. Lo testimonia il fatto che hanno affascinato critici severi come Roberto Mutti e il grande storico del Rinascimento, l’americano Timothy Verdon. I suoi «legni quasi vivi», hanno entusiasmato anche il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi, che nel piccolo catalogo di presentazione alla mostra scrive: «Paolo Guerriero, con squisita sensibilità, ci insegna la bellezza dei colori che si uniscono, la bellezza di coloro che si fanno vicini, la bellezza di un essere insieme en plen air tutti dallo stesso vivido sole».

Giallo come il sole è il volto del suo Pinocchio che ha raffigurato con le orecchie grandi e naso piccolo. «A me piace dire bugie… – dice ridacchiando di gusto –. Ho letto tutto Pinocchio e anche il Libro della Jungla», fa con aria furbetta, mentre accarezza le tavole dove nuotano leggere le sue balene colorate. «Ha imparato a lavorare il legno nel laboratorio di Dario Brivio, a Macherio. Dario è una delle tante persone straordinarie con le quali Paolo è venuto a contatto in questi anni e che sono state fondamentali per il suo inserimento nel sociale. Ma anche per il miglioramento della vita della nostra famiglia, perché chi ha dei ragazzi come mio fratello sa che le difficoltà non mancano mai», spiega Jacopo che con il papà Elio, la mamma Mariella, sua sorella Benedetta e Simona (la moglie di Jacopo), hanno riempito d’amore e di attenzioni la prima e la seconda vita di questo ragazzo che mostra felice e soddisfatto le sue creature appese alle pareti.

«Ti piace? Questa è la Scimmia. Questa è una Zebra, non un gatto», rivendica convinto il “maestro” Guerriero. «Lo faccio io, con sgorbia e mazzola… Con la smerigliatrice liscio il legno assieme a Dario e a Crema, il suo cane che si rotola nella polvere che facciamo io e lui con la quercia, il faggio e l’ulivo». Muove veloci i due occhioni neri, scuri e profondi come il Lucignolo che guarda gli altri suoi animali a cinque zampe: Cane, Giaguaro e Cavallo. «Perché li faccio a cinque zampe? Ma perché così vanno più veloci no?». Tanti interrogativi teneri e a volte incerti, come il passo sui marciapiedi infidi del centro di Milano. Ma al ristorante Paolo mette sul piatto, oltre a una pizza filante di mozzarella, anche le tante sicurezze acquisite dal suo quotidiano intenso, pieno di interessi e di impegni programmati. Perché oltre a una famiglia straordinariamente unita, a supportarlo, c’è l’arte, ma anche la musica. Passione, questa, coltivata assieme all’amicizia con il violinista Michele Gazich, alle lezioni di batteria di Max Varotto e a quelle di canto con Alessio Corini. «Paolo canta, suona la batteria e i testi delle canzoni, come Quattro sporchi soldi, li scrive lui», dice con orgoglio e con un sorriso caldo come il caffè suo fratello.

Paolo che conosce tutte le canzoni di Bruce Springsteen, ha visto anche l’ultimo concerto a San Siro: «Tanta gente quella sera allo stadio, accendini... Io, Jacopo e Benedetta in coro a cantare Bruce». Paolo che ha messo su anche una band con Alessio. «Ci chiamiamo “Gli amici di Bius”, facciamo rock sepolcrale…». Jacopo lo guarda storto e stupito, ma Paolo lo rassicura: «Una mia canzone parla di cowboy che si ubriacano... Ma con l’acqua». Risate a catinelle come la pioggia che fuori bagna Milano.
«Paolo è una sorpresa continua. Durante le vacanze da sempre andiamo in Toscana, a Bolgheri, dove si diverte a raccogliere le olive che finiscono nelle bottiglie con l’etichetta l’Olio di Paolino. Lì in paese ormai lo conoscono tutti. La Tina del Bar Vesuvio ha cominciato ad appendere i suoi quadri ed è diventato persino grancassa della banda musicale di Castagneto Carducci». Tra qualche giorno Paolo andrà a fare Natale con la sua famiglia nella casa in Toscana, dove gli piace raccogliere la legna, accendere il camino e sdraiarsi come un micio davanti al presepio illuminato. «Mi piace guardare il fuoco. Mi piace tanto anche Bud Spencer, perché mena i cattivi e vorrei stringergli la mano un giorno per ringraziarlo di questo… Io poi alla sera scrivo un diario, lo faccio da quando sono piccolo. Ci scrivo tutte le cose che mi capitano… Non è segreto, no – sorride –. Un giorno lo faccio leggere anche a Jacopo». E un giorno aprendo quel diario sicuramente troveremo realizzata quella dedica amorevole di Nati due volte: «Ai disabili che lottano non per diventare normali, ma se stessi».



fonte:http://www.avvenire.it/

L’ombra della camorra sui servizi sociali del comune di Napoli?

Dal 2005 ad oggi, nell'ambito del servizio di assistentato materiale ai bambini disabili delle scuole di Napoli, ben due volte, cooperative affidatarie vincitrici delle gare, sono state colpite dai provvedimenti interdittivi antimafia della Prefettura, un'altra è invece fallita ed esclusa dalle gare del comune per irregolarità contributive. 
Circa 300 bambini disabili delle scuole dell'infanzia e degli istituti superiori di Napoli, dall'inizio dell'anno scolastico costretti a casa per l'assenza del servizio di assistenza materiale, finalmente potranno tornare nelle aule, dopo la gara d’appalto indetta ad ottobre, e vinta dall’ATI composta da Nuova Sair Onlus e Confini. Il 22 ottobre, dopo la comunicazione ufficiale dei vincitori della gara, in seguito ad una denuncia riportata su blog ed organi della stampa locale, il comune è stato costretto a chiedere all’Agenzia delle Entrate, alla Prefettura ed alla Polizia Municipale di verificare l’effettiva sede legale del consorzio Confini, e (come denunciato e riportato sulla stampa da alcuni operatori socio assistenziali) se dietro gli aggiudicatari dell’appalto si nascondessero soggetti che hanno ricoperto in passato ruoli all’interno di cooperative poi finite in tribunale per il mancato pagamento di salari e trattamenti di fine rapporto.
Tutto risultato in regola dopo i controlli. Attualmente sono in corso le procedure per il "passaggio di cantiere", con l’assunzione dei 104 operatori ed operatrici OSA precedentemente impegnati sul servizio di assistenza ai disabili, così come previsto dal Piano di Zona del Comune di Napoli, ed ai sensi dell’art. 37 del CCNL socio educativo assistenziale e di inserimento lavorativo. I problemi giudiziari sembrano invece riguardare proprio i denuncianti, così come emerso sulla stampa, il 27 novembre, in seguito alla chiusura delle indagini su un’altra vicenda riguardante una truffa ai danni dei dipendenti di una società di vigilanza. Ai lavoratori ed alle lavoratrici OSA in corso di assunzione verrà richiesto, comunque, anche il casellario giudiziale.
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I bambini disabili, oggetto della gara, fanno parte di una quota, circa 1/3 del totale, di uno dei più turbolenti settori delle politiche sociali del comune di Napoli. Dal 2009 al mese di giugno del 2012, l'affidamento del servizio è avvenuto sempre per proroghe ai consorzi gestori, cooperative ed associazioni iscritte al RECO (Area disabili per l’affidamento delle prestazioni assistenziali), attraverso la modalità della selezione aperta, e per una durata di 6 mesi, per importi fino ad un massimo di 1 milione e 300mila euro, dopo le uniche due gare indette fino ad oggi: la prima nel 2005, vinta dal consorzio Gesco, da Punto H (colpita poi da interdittiva antimafia) e dalla cooperativa Magnifica 1; l'altra, nel 2007, vinta da Gesco, dal consorzio Icaro e Magnifica 1 (poi fallita ed esclusa per irregolarità contributive). Lo scorso giugno, in seguito ad una informativa antimafia emessa dal prefetto di Napoli (in data 12/6/2012, nota prot. 0206529 del 9/3/2012 del "Servizio gare d'Appalto - Area Forniture e Servizi"), al consorzio Icaro è stato revocato il contratto in quanto risultava affidatario di beni confiscati alla Camorra, a Pignataro Maggiore (CE), distinguendosi “per inerzia, permettendo così al clan Lubrano-Ligato di continuare a ricavare dagli stessi beni delle rendite”.
La revoca del contratto è avvenuta ai sensi dell'art. 2, comma 2 del protocollo di legalità in materia di appalti stipulato dal Comune partenopeo con la prefettura di Napoli il 1° agosto 2007, sottoposto obbligatoriamente a tutti gli enti che stipulano contratti con l'ente comunale per importi superiori a 250 mila euro, e per gli enti subappaltanti per importi superiori a 100 mila euro per le opere pubbliche, oppure di 50 mila euro per forniture e servizi.
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Dopo quest'ultimo episodio, il consiglio comunale di Napoli, a giugno, aveva votato per affidare il servizio alla partecipata del Comune, la Napoli Sociale S.p.A., che da diversi anni provvede già, con costi mediamente inferiori, all'assistenza di altri 500 disabili nelle scuole della città. La giunta ha poi preferito bandire due gare. Una andata deserta a settembre, per soli due mesi di copertura del servizio, ed un'altra ad ottobre, per un importo di 4.637.472 euro, a copertura dell'assistenza fino a dicembre 2014.
Non sono finiti intanto i guai per il consorzio Icaro, e per Gabriele Capitelli, ex presidente del Consiglio d’Amministrazione fino al 31 marzo del 2011, la cui gestione è oggetto di diversi accertamenti giudiziari, alle prese anche con le cause di lavoro dei suoi ex dipendenti, alcuni dei quali hanno presentato delle denunce alla Guardia di Finanza ed alla Direzione Provinciale del Lavoro, per presunte irregolarità riscontate sui CUD e per avere notizia sulla effettiva consegna dei DURC all’INPS, a partire dall’anno 2006. Nel mese di marzo, prima della revoca del servizio a Napoli, in un irrituale tentativo di conciliazione tenutosi negli uffici dell’assessorato alle Politiche Sociali, in presenza dell’assessore D’Angelo, ad un gruppo di ex lavoratrici è stato chiesto di chiudere la vertenza accettando il 30% in meno delle spettanze.
Il caso è invece finito, con tanto di foto dell'incontro, sui tavoli del sindaco e del prefetto di Napoli, con la richiesta delle lavoratrici di verificare a che titolo fosse presente Gabriele Capitelli, dimessosi dalle cariche un anno prima. Da chiarire anche i debiti del consorzio Icaro nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, tra questi quelli dell'ATI di cui faceva parte per la gestione delle soste a pagamento nel comune di Aversa, per 1 milione e 240 mila euro di Tosap (Tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche), e per 340 mila euro di Tarsu del periodo 2005-2010, a carico di Icaro, mai pagati.
Debiti evidentemente non ritenuti dichiarabili all'atto della stipula del "Programma 100" del Comune di Napoli, il protocollo di legalità obbligatorio per gli enti fornitori di servizi nel quale si dovrebbe certificare di essere in regola con il pagamento dei tributi locali, oltre che sull'osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene e sicurezza sul lavoro.

fonte:http://www.agoravox.it/

giovedì 20 dicembre 2012

Le persone con autismo non vogliono il male degli altri

Donna bionda che intima lo stop con la mano destraDi fronte alla presentazione quanto meno “grossolana” del giovane che ha compiuto negli Stati Uniti la terribile strage di Newtown, con titoli come “Il killer dei bambini era autistico”, l’Associazione ANGSA chiede con forza «di fare maggiore attenzione alla realtà dei fatti e al parere degli esperti, per evitare lo stigma a carico di persone come quelle con autismo, già gravate da enormi problemi relazionali»
«Che si tratti di follia è fuori dubbio, ma non si può etichettare come “autistico” questo giovane, dato che l’ufficiale di polizia competente per il caso “ha ritenuto che non fosse chiaro quale tipo di disturbo psichico avesse Adam”».
Questo il puntuale commento di Liana Baroni, presidente nazionale dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), dopo la terribile strage di Newtown nel Connecticut (Stati Uniti), che ha visto il giovane Adam Lanza assassinare in una scuola quasi trenta persone, la maggior parte dei quali bambini, senza apparente motivo. Una puntualizzazione resa quanto mai necessaria, secondo l’ANGSA, soprattutto dopo la “grossolana” presentazione di Lanza, da parte di troppi organi d’informazione, che hanno definito il giovane di volta in volta affetto da «autismo», da «sindrome di Asperger», da «grave» e poi «gravissima sindrome autistica». Un titolo tra i tanti, ma non certo l’unico del genere: Il killer dei bambini era autistico.
«È vero – sottolinea a tal proposito Liana Baroni – che negli Stati Uniti si è molto allargata la tipologia della disabilità mentale definita autistica, estendendola anche a casi che in Italia non sarebbero mai stati classificati in questo modo, ma pure non si può riconoscere in questa fattispecie nemmeno le forme meno gravi di autismo. Questo giovane, infatti, guidava la macchina, aveva fatto il liceo in classi normali, ottenendo pure alti voti e apparteneva a un club di alta tecnologia informatica col quale organizzava party».
«I compagni – prosegue la presidente dell’ANGSA – avevano notato le sue stranezze, timido, taciturno e con accessi di rabbia che, secondo una teste, curava con psicofarmaci. Non risulta che fosse stato sottoposto a nessuno di quei programmi per autistici che vengono normalmente attuati negli Stai Uniti. Stupisce, per altro, che la madre avesse portato Adam a fare battute di caccia, insegnandogli a sparare, e che non avesse tenuto sotto chiave tutte le armi che collezionava, fra le quali armi a ripetizione. Questa grave imprudenza è costata la sua vita e quella di tanti altri innocenti».
«Teniamo a precisare – conclude Baroni – che le persone definite con autismo in Italia sono completamente diverse da Adam e non sarebbero in grado, neppure volendo, di attuare una simile strage. Chiediamo quindi alla stampa di fare maggiore attenzione, anche e soprattutto nei titoli, alla realtà dei fatti e al parere degli esperti, per evitare che si diffonda lo stigma a carico di persone come quelle con autismo, che già sono gravate da enormi problemi relazionali. Le persone con autismo, infatti, non vogliono il male degli altri e non sarebbero mai capaci di organizzare un piano di strage così tremendo come quello di Newtown».
fonte: http://www.superando.it/

Attori Down protagonisti al cinema


Il cinema americano è sempre più alla ricerca di attori con sindrome di Down per svolgere ruoli importanti. Un primo bilancio dell’anno che sta per concludersi sembra confermare lo spazio e la crescita delle opportunità date agli attori con disabilità. A parere dei critici cinematografici, e degli stessi artisti, l’aumento della loro visibilità sta facendo una grande differenza, sia a Hollywood sia nel “mondo reale”.
Attori Down protagonisti al cinemaAlmeno due film, in uscita durante queste settimane natalizie, vedono la presenza di attori con sindrome di Down in ruoli cardine. Nella pellicola canadese Café de Flore (in lingua francese), si esplora la relazione tra una madre e il suo giovane figlio Down nella società parigina degli anni Sessanta; mentre in Any Day Now il regista americano Travis Fine s’ispira alla storia realmente accaduta negli anni Settanta di una coppia gay che accoglie un ragazzo Down abbandonato dalla madre tossicodipendente. Anche sul piccolo schermo non manca la presenza di attori con la malattia genetica che si esibiscono in ruoli regolari per serie televisive visibili anche nel nostro Paese come Glee, La vita segreta di una teenager americana e American Horror Story.
Il recente boom di talenti cinematografici Down aiuta senz’altro il grande pubblico a capire meglio la disabilità, e dimostra come Hollywood stia cercando di rappresentare più accuratamente la società “reale”. In questo senso lavora anche l’associazione no-profit Down Syndrome in Arts & Media che opera attivamente in California con studi e agenzie il cui obiettivo è individuare e scritturare attori Down o con altre disabilità dello sviluppo. Molto resta ancora da fare, però, perché gli attori con sindrome di Down non abbiano solo ruoli redatti per loro, ma possano accedere anche a parti scritte per qualsiasi uomo o donna. L’intrattenimento, secondo l’agenzia di talenti Down, dovrebbe riflettere la vita di tutti, non solo quella delle persone “perfette”.
Vedere all’opera questi interpreti per troppo tempo “invisibili” ha un impatto senza precedenti non solo sui colleghi che lavorano con loro, come sottolineano numerose interviste, ma anche sul modo in cui il pubblico generale comprende i problemi delle persone con disabilità in ogni parte della loro vita fuori dallo schermo. Per troppo tempo le esistenze e le esperienze rappresentate nelle attività d’intrattenimento sono state un riflesso insufficiente del mondo reale in cui viviamo. Oggi produttori e pubblico chiedono rappresentazioni più vere che includano le persone con disabilità, senza paura delle differenze.

fonte:http://www.west-info.eu/it/

mercoledì 19 dicembre 2012

Una "Dama" per accogliere i pazienti con disabilità

L’acronimo è inglese, ma il progetto è tutto italiano. Il Disabled Advanced Medical Assistance è un modello di accoglienza e di assistenza dedicato alle persone con gravi disabilità intellettive, comunicative e neuromotorie.
Dagli inizi di dicembre questo modello ha trovato applicazione a Varese, grazie alla collaborazione tra Azienda ospedaliera, ASL, ANffAS e fondazione Il Circolo della Bontà. La sede è all’Ospedale di Circolo, in un locale appositamente ristrutturato e allestito proprio accanto alla Hall di ingresso e al Pronto Soccorso. L’équipe dedicata è composta dal responsabile medico, infermieri e volontari opportunamente formati per venire incontro alle esigenze dei pazienti e organizzare l’assistenza medica e diagnostica di cui necessitano.
L’iniziativa dell’Azienda ospedaliera varesina e dell’ASL hanno incontrato subito la collaborazione di ANffAS, che, oltre ad aver promosso il progetto, ha arruolato i volontari, e de Il Circolo della Bontà, che si è fatto carico di parte delle spese per dare l’avvio.
Il servizio, di grande rilievo sociale oltre che sanitario, sarà presentato nei dettagli in occasione del convegno organizzato nell’Aula Leonardo dell’Ospedale di Circolo per il prossimo 13 dicembre.
L’inaugurazione ufficiale si terrà invece domenica 16 dicembre, alle ore 16.00, nella Hall dell’Ospedale di Circolo. Per l’occasione interverrà l’Assessore regionale alla Sanità Mario Melazzini.

Come si accede al servizio? Basta chiamare il nr verde 800 520 051 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 per parlare direttamente con un operatore qualificato. Negli altri giorni e orari sarà attiva una segreteria telefonica: lasciando nominativo, recapito telefonico e motivo della chiamata si verrà ricontattati quanto prima.
Durante il colloquio telefonico verranno poste alcune semplici ma indispensabili domande per conoscere la situazione generale e programmare gli interventi successivi. Se il problema appare di particolare rilevanza si può accedere direttamente al Pronto Soccorso. Affinché il servizio dedicato alle urgenze ed emergenze possa funzionare al meglio è però importante usarlo bene: se appena possibile, chiamando il numero verde verrà valutata la gravità della situazione e l’opportunità di ricorrere al Pronto Soccorso.

fonte: http://www3.varesenews.it/