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Ilaria

giovedì 27 settembre 2012

Sei disabile?Non ti affitto casa.



Arianna, avvocato 30enne, è parzialmente cieca e fatica a trovare una casa adatta alle sue esigenze. E il colloquio con le potenziali coinquiline si trasforma in un interrogatorio: “Sai contare i soldi? Come fai a fare la spesa?”

Trovare un appartamento in affitto, si sa, è sempre complicato. Ma per una ragazza con disabilità i problemi sono ancora maggiori, soprattutto se deve scontrarsi con pregiudizi e discriminazioni. Arianna Colonnello, 30enne laureata in giurisprudenza e praticante avvocato, vive a Brescia da alcuni anni. Come ogni altra studentessa, deve fare i conti con l'affitto, le bollette e valutare la distanza della casa dalla stazione: da settembre, infatti, inizierà il corso di preparazione per l'esame di magistrato a Milano.
Ma i requisiti non finiscono qui. "Sono parzialmente cieca, affetta da retinopatia fin dalla nascita e da, qualche anno, anche da atrofia ottica. Per questo motivo non posso stare in un luogo chiuso con forti sbalzi di luce. La luce naturale dentro l'appartamento deve essere omogenea", spiega. Una patologia che rende ancora più complicata la sua ricerca.
Dopo lunghe e pazienti ricerche, trova un appartamento adatto. Ma l'incontro con una delle potenziali coinquiline si trasforma in un vero e proprio terzo grado: "Sai contare i soldi?", "Sei autonoma?", "Coma fai a spostarti?", "Come fai a fare la spesa?".
“Mi ha sottoposto una serie di domande umilianti -ricorda Arianna-. Io mi sono qualificata con i miei titoli e ho spiegato chiaramente la mia situazione fisica. Precisando che vivo sola già da otto anni". Una spiegazione che però non è bastata: "La mia potenziale coinquilina persino chiesto a un mio amico, che mi aveva accompagnato all'incontro, di prendersi la mia responsabilità", aggiunge. Non si trova un accordo e Arianna ha dovuto cercarsi una nuova casa in fretta e furia: entro il 31 agosto, infatti, deve lasciare il suo alloggio all'interno della residenze universitaria dove vive. Per fortuna la ricerca ha avuto esito positivo.

Seduta al tavolino di un bar in Piazza della Loggia, Arianna è sicura che "l'unico motivo per cui non mi è stata affittata casa è perché ho una disabilità. Mi è stato impedito di esercitare il diritto di scelta, che invece viene sancito dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità". Il testo della Convenzione, infatti, parla chiaro: la persona con disabilità ha il diritto di compiere in libertà le proprie scelte. "Io avevo il diritto di scegliere se andare a vivere in quell'appartamento -spiega Arianna-. Inoltre, con tutte quelle domande così pressanti è stato violato la mia dignità. Hanno chiesto al mio amico di farsi garante per me, come se non fossi capace di prendere decisioni".

Che la situazione di discriminazione che si è creata abbia le sue radici in pregiudizi radicati contro la disabilità o in una semplice condizione di ignoranza Arianna vuole andare fino infondo. Non vuole procedere per vie legali ("so bene quanto siano intasati i tribunali", ride) ma ha già segnalato la vicenda all'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazione) e all'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. "Vorrei che si vigilasse un po' meglio sui casi come il mio. E soprattutto che i cittadini siano meglio informati: c'è tanta gente che ancora non conosce la Convenzione".

Tratto da:http://www.personecondisabilita.it/

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