Intervista a Sergio Rilletti, curatore della raccolta
"Capacità nascoste", la prima antologia di racconti noir che hanno per
protagonisti persone con disabilità.
Un libro che vi lascerà (letteralmente) col fiato sospeso.
Venticinque racconti "diversamente thriller" scritti da altrettanti
autori che si sono cimentati in un'ardua sfida: tessere storie ad alto
tasso adrenalinico in cui il protagonista è un uomo (o una donna) con
disabilità. Personaggi "diversamente abili" che, nonostante il loro
handicap riescono ad affrontare e risolvere situazioni di grave
pericolo. Grazie alle loro capacità e a un pizzico di astuzia.
“Capacità
nascoste. La prima antologia diversamente thriller" (No replay)
raccoglie spunti e linee narrative differenti: dallo spionistico al
bellico, al racconto storico ambientato durante gli anni della Seconda
guerra mondiale, nel campo di sterminio di Auschwitz.
"Gli autori non hanno avuto paura ad affrontare temi spinosi come l'Olocausto, la follia, il sesso o l'Alzheimer",
commenta Sergio Rilletti curatore dell'antologia assieme a Elio
Marracci e autore del racconto "Snuff movie - Inconsapevole gioco di
morte".
Storie avvincenti, in cui il protagonista parte da una
situazione di svantaggio ma riesce sempre a ribaltare la situazione e
uscirne vincitore. Racconti crudi, crudeli persino, come "l'annusatore"
cieco che finisce nelle mani di una spietata banda di trafficanti
d'organi. Ma dove non c'è spazio per la banalità né per il pietismo.
Come avviene per Mister Noir, il primo eroe disabile della letteratura italiana, creato dalla penna di Sergio Rilletti.
"In
questo racconto Mister Noir dovrà compiere mirabolanti evoluzioni
fisiche per riuscire a scappare dalla casa dove è stato rinchiuso da un
gruppo di persone che lo vogliono ammazzare", anticipa Rilletti.
Qual è il "filo rosso" che lega i racconti dell'antologia?
Senza
dubbio la caparbietà. La caparbietà delle persone (o, in questo caso,
dei personaggi) diversamente abili che, se occorre, riescono a superare
situazioni di pericolo grazie alle proprie capacità, sia fisiche che
mentali. Non a caso questa antologia è nata dal mio thriller
autobiografico
"Solo!", che vi invito caldamente a scaricare, gratuitamente, dal web.
La narrativa, diversamente dal cinema, è più restia a raccontare la disabilità. Qual è il motivo?
Di
solito si divide la narrativa in due grandi categorie: il "romanzo" -
senza alcuna altra definizione, poverino! - e il romanzo "di genere",
ovvero thriller, giallo, noir, horror, fantasy, spy-story, western,
rosa, erotico, di fantascienza, di avventura, e tutti i relativi
sottogeneri.
Il "romanzo" ha l'oneroso compito di far riflettere,
mentre il romanzo "di genere" deve soprattutto divertire. La disabilità è
un problema serio e si pensa che sia necessario affrontarlo in modo
altrettanto "serio" e particolarmente approfondito. In realtà non è
così.
Se io creo un personaggio e lo metto in una determinata
situazione, il lettore, paragonabile ad un passante occasionale, vede
subito il problema e come il personaggio lo affronta. Esattamente come
accade nella vita quotidiana. E nei film.
Come è nato Mister Noir?
La
prima scintilla, quella che poi mi ha portato a creare "Le avventure di
Mister Noir", è scoccata nell'inverno 2001, guardando la soap opera
"CentoVetrine". L'espressività di Serena Bonanno, una delle protagoniste
più brave e versatili, mi ricordava molto quella di Diana Rigg quando
interpretava la bella e simpatica Emma Peel nel telefilm "Agente
speciale", che vedevo quand'ero bambino.
Ma, non trovando alcun
attore che potesse "sostituire" Patrick Macnee nei panni del flemmatico e
ironico John Steed, accantonai l'idea di creare una serie di racconti
ispirata a quel telefilm. Quando poi fu annunciato che il 2003 sarebbe
stato l'anno Europeo della disabilità, mi venne l'idea di celebrarlo
creando il primo eroe disabile seriale della storia della letteratura
italiana - protagonista, oltretutto, di thriller umoristici - per
M-Rivista del mistero, diretta da Andea Carlo Cappi e Andrea G.
Pinketts, con la quale stavo collaborando da quasi due anni.
Ripresi,
quindi, l'idea di realizzare un serial letterario ispirato ad "Agente
speciale", di cui volevo riproporre al pubblico lo spirito brioso e di
cui avevo già trovato la mia "attrice italiana ideale" per il ruolo
della protagonista. Così ho sostituito il normodotato protagonista
maschile con Mister Noir, un investigatore privato in
carrozzina...liberamente ispirato a me stesso.
Come hai coltivato la tua passione di scrittore? Hai frequentato corsi? Sei autodidatta?
Ho
cominciato da autodidatta - studiando alcuni manuali di scrittura
creativa generale -, poi ho frequentato tre corsi - di sceneggiatura per
fumetti, di scrittura creativa mystery, e di sceneggiatura per film -,
ho fatto pratica - collaborando, soprattutto, come giornalista
all'Agenzia Hpress, e, come scrittore, a M-Rivista del mistero -, e ora
sto continuando come autodidatta, leggendo con estrema attenzione i
romanzi altrui per carpirne le tecniche, "adottando" quello che
considero particolarmente efficace. Ed eliminando tutto ciò che non mi
piace, affinando, così, il mio stile personale.
Scrivere è sempre
stata la mia grande passione, fa proprio parte di me come le cellule del
mio Dna: diventare uno scrittore famoso è sempre stato il mio obiettivo
sin dall'età di 19 anni (o anche da molto prima, se si considerano i
sogni da bambino). Nella mia vita, tutte le mie scelte, a volte anche
drastiche e definitive, sono sempre state incentrate su questo e a farmi
mantenere sempre un attivo e costante contatto con il mondo della
scrittura creativa, nelle sue diverse forme ed espressioni, scartando a
priori tutte le alternative che mi avrebbero allontanato da esso.
fonte:
http://www.personecondisabilita.it/