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Ilaria

mercoledì 26 settembre 2012

Francia: Europei disabili di sci nautico


A Nemours (FRA) si sono svolti i Campionati Europei Disabili.L'Italia ha fatto bottino pieno, conquistando 13 medaglie e soprattutto il primo posto nel medagliere. Merito anche del veterano, Daniele Cassioli, non vedente di Gallarate, che grazie alle sue prodezze ha ottenuto quattro ori individuali e ha dato un contributo fondamentale anche per l'oro a squadre.Daniele, quando non gareggia, lavora come fisioterapista.

Ecco l'intervista a Daniele:

Daniele, quando ha iniziato a fare sci nautico?
"Ho incominciato a 9 anni. Ero in vacanza sul Lago di Como con la mia famiglia e lì ho conosciuto una ragazza non vedente, che in inverno praticava lo sci per disabili, mentre in estate lo sci nautico. Mi ha fatto provare e da lì ho iniziato a coltivare questa passione, fino ad arrivare ai grandi risultati di oggi".


Quando ha affrontato la sua prima gara a livello internazionale?
"Nel' 98, quando avevo 12 anni, ho partecipato in Giordania ai Campionati Eame, kermesse sportiva che riunisce Europa, Africa e Medio Oriente e ho vinto il mio primo argento. Ho provato una grande emozione perché ero andato lì senza grandi aspettative e l'argento era proprio un risultato inaspettato. In Giordania ho capito che potevo essere competitivo sulla scena europea e mondiale".


Cosa prova quando pratica lo sci nautico?
"Mi sento libero con me stesso. Io pratico lo slalom, la figura e il salto e in tutte e tre le discipline è una continua sfida con te stesso e i tuoi limiti. Nello sci nautico possono cimentarsi tutte le persone con ogni tipo di disabilità e mi hanno perfino raccontato di ragazzi in carrozzina che riescono a saltare anche fino a 25 metri".


Agli Europei ha conquistato quattro ori individuali e uno a squadre. Si aspettava questo trionfo?
"Bhe... diciamo di si. L'anno scorso ai Mondiali sono stato irridato nella figura, salto e nella combinata. In Francia ci arrivavo da favorito e il difficile era proprio riconfermarsi ai vertici, ma alla fine non ho deluso le aspettative".


A chi dedica queste medaglie?
"Alla mia famiglia, a tutte le persone che mi sono state attorno e hanno contribuito a questi miei successi e al mio allenatore, Daniele D’Alberto, che ha sempre creduto in noi disabili e nella crescita del movimento".


Si sente un esempio per le persone nelle sue condizioni?
"Quello che faccio io, è la dimostrazione di come una persona nel mio stato non si rassegni e lotti per venire fuori. Quando sono nato per la mia famiglia è stata una "disgrazia", perché non sapevano come affrontare la situazione. I miei si sono rimboccati le maniche e fin da quando ero piccolo mi hanno sempre fatto fare tutte le cose dei miei coetanei. Oggi sono sì un non vedente, ma ho una mia vita, amici e soprattutto un lavoro. Sono fisioterapista".


Cosa ne pensa della polemica innescata da Paolo Villaggio?
"Premetto che ognuno ha le propie idee e le rispetto. Ma un personaggio pubblico come lui, non può dire certe cose. Se Paolo Villaggio fosse dentro queste competizioni, capirebbe tante cose su noi disabili. La disgrazia non è un cieco che fa sport, ma un non vedente che non pratica sport o un disabile in carrozzina che sta chiuso in casa a piangersi addosso".


fonte:http://www.ilgiorno.it/

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