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Ilaria

martedì 25 settembre 2012

Disabili a scuola:tagli e barriere

Siamo l’unico Paese europeo che ha di fatto superato il modello delle scuole speciali: gli alunni che le frequentano sono soltanto lo 0,01%. Lo evidenzia un recente rapporto, «Education and disability», redatto per la Commissione europea dal Nesse, Network indipendente di esperti in scienze sociali ed educazione, che ha analizzato il percorso scolastico dei ragazzi con disabilità nei 27 Stati dell’Unione. Pur essendo primi in Europa per l’integrazione scolastica, sta però attraversando una fase di sofferenza il diritto allo studio dei quasi 200mila alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane.
ANCORA BARRIERE - A cominciare dalle barriere architettoniche che ancora ostacolano l’accesso in classe, come denuncia il decimo rapporto su «Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici», realizzato da Cittadinanzattiva nell’ambito della campagna nazionale "Imparare sicuri". Secondo l’indagine, che ha coinvolto un campione di 111 scuole e quasi 1.400 alunni con disabilità, in una su tre il bagno non è accessibile, mentre in un edificio su due non esiste l’ascensore e, quando c’è, nel 14% dei casi non funziona. Barriere architettoniche poi anche in aula, a mensa, nei laboratori, in palestra.
…E TAGLI AL SOSTEGNO - Altra nota dolente all’avvio di questo nuovo anno scolastico: la riduzione delle ore di sostegno. «Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni dai genitori sulla contrazione di ore di sostegno o di assistenza per la comunicazione rispetto a quelle assegnate l’anno scorso - sottolinea Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap -. I tagli anche agli enti locali stanno determinando problemi quotidiani alle famiglie». E poi: insegnanti di sostegno non ancora di ruolo che cambiano ogni anno, o che non arrivano in classe sin dal primo giorno di scuola.
CIRCOLARE DEL MINISTERO - Il Ministero dell’Istruzione assicura che «ad oggi sono confermate tutte le dotazioni organiche dello scorso anno. La legge n. 111 del 15 luglio 2001 (art. 19, comma 7) prevede il non superamento della dotazione dell’anno scolastico 2011/2012. Inoltre, essendo terminato il triennio di riduzioni (previsto dall’art. 64), nessun taglio è stato operato nell’anno scolastico 2012/2013». Già a luglio era stata emanata una circolare ministeriale che ribadisce le norme sul diritto alle deroghe per il sostegno, richiama alla «scrupolosa osservanza delle vigenti disposizioni sia per quanto riguarda le modalità e le procedure di individuazione degli alunni con disabilità, sia ai fini dell'assegnazione delle ore di sostegno», raccomanda la «massima attenzione nella costituzione delle classi con alunni disabili, nel senso di limitare, in presenza di grave disabilità o di due alunni disabili, la formazione delle stesse con più di 20 alunni».
DIFFIDA E RICORSI - Ma se è così, perché genitori e associazioni denunciano i tagli? «Molti uffici scolastici ed enti locali sono in difficoltà – risponde Nocera –. Ma non ci sono bilanci che tengano in presenza di un diritto costituzionale garantito, come quello allo studio. Lo ha ribadito anche la Corte Costituzionale nella sentenza n. 80 del 2010». Che fare allora? «Consigliamo ai genitori di diffidare per iscritto la struttura scolastica a dare le ore che spettano (facsimile sul sito dell’Associazione italiana persone Down alla scheda n. 310 ndr) – suggerisce il vicepresidente della Fish –. Qualora non abbia effetto la diffida, si può fare ricorso al Tar». Del resto, per far vivere i propri figli in un ambiente normale e non protetto, nella «scuola di tutti», sempre più spesso negli ultimi mesi i genitori hanno fatto ricorso ai tribunali regionali amministrativi, chiedendo e ottenendo il ripristino delle ore di sostegno tagliate. E una recente sentenza del Tar del Lazio ha annullato la bocciatura di uno studente che non aveva avuto ore di sostegno a sufficienza. Secondo i giudici, infatti, l’alunno non aveva raggiunto gli obiettivi minimi indicati nel piano educativo individualizzato (Pei) perché gli era stato assegnato un docente di sostegno soltanto per 4 ore a settimana. Battaglie, dunque, a colpi di raccomandate e carta bollata, ma non solo.
PROTOCOLLO MINISTERO SALUTE-MIUR - Per migliorare la qualità dell’integrazione scolastica a fine luglio i Ministeri della Salute e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno firmato un protocollo d’intesa di durata triennale. «Lo ha sollecitato anche l’Osservatorio sull’integrazione scolastica - operativo da quest’anno - per assicurare una maggiore attenzione sui singoli casi di alunni con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) proprio in questo periodo di tagli alla spesa, e quindi di riduzione della garanzia del diritto allo studio» sottolinea Nocera.
MENO BUROCRAZIA - «L’accordo intende rafforzare il coordinamento tra i Ministeri ma anche a livello territoriale, tra Asl e Servizi regionali scolastici – spiega Raffaele Ciambrone, dirigente dell’Ufficio per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità presso la «Direzione per lo Studente» del Ministero dell’Istruzione –. Spesso, infatti, ci sono problematiche che vedono coinvolti più “attori”, come per esempio nell’iter diagnostico per l’integrazione scolastica: in questo caso si sta cercando di semplificare le procedure». Altro obiettivo è il potenziamento del ruolo dei Cts, i Centri territoriali di supporto, 96 distribuiti nelle varie Regioni, dove già operano insegnanti specializzati per l’inclusione scolastica. «In alcune Regioni – riferisce il dirigente del Ministero – stanno sperimentando sportelli che svolgono un servizio di consulenza per le scuole e le famiglie, ma anche di formazione degli insegnanti su nuove tecnologie e ausili in grado di favorire l’integrazione degli alunni con disabilità. Devono occuparsene, infatti, tutti i docenti, non solo quelli di sostegno».

fonte:http://www.corriere.it/

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