LIVORNO – «Siamo stati a Disney World a Orlando dove ci hanno accolto
con gentilezza e dove David ha potuto fare tutti i giochi presenti nel
parco. Il comportamento tenuto a Gardaland è inammissibile, vorrebbero
farci fare un passo indietro di 50 anni». Comincia con uno sfogo il
racconto di Daniele Tornar, noto medico di base e presidente
dell’associazione persone down di Livorno. Sabato scorso è andato a
Gardaland con il figlio David, che ha 32 anni ed è affetto dalla
sindrome di Down. E lì ha capito quanto ancora sia lunga la battaglia
per vedere pienamente riconosciuti i diritti delle persone disabili. Sì
perché David è stato fatto entrare al parco, ma all’ingresso il dottor
Tornar ha ricevuto un opuscolo in cui si spiegava quali attrazioni non
erano considerate adatte al ragazzo. «Tra l’altro – racconta Tornar –
sui cartelli esterni ad ogni attrazione non è scritto niente,
semplicemente danno un volantino. La mia ipotesi è che se lo scrivessero
su cartelli esposti all’esterno la loro immagine ne risentirebbe».
Non è la prima volta che il parco giochi di Gardaland è alle prese con accuse di discriminazione
contro le persone down. Tante le segnalazioni. E le conseguenti
denunce. Cinque anni fa alcune attrazioni furono interdette a una decina
di ragazzi padovani affetti dalla sindrome di Down, nel 2010 ci fu il
caso si una bambina figlia di un magistrato e poi di una donna di
Verona. Infine l’anno scorso a vedersi negato il diritto di partecipare a
tutti i giochi fu un sedicenne. «Quale è la basse su cui Gardaland –
sottolinea Tornar – toglie un diritto a una persona? Nel regolamento c’è
scritto che lo stesso è approvato dalle associazioni down, ma dalle
verifiche che ho fatto a me non risulta nulla del genere. Hanno tolto a
David i suoi diritti, e anche a me che mi offrivo di fare una
certificazione per chiairre che lui poteva fare le attività. In qualche
modo mi hanno tolto la patria potestà, loro hanno deciso in mia vece
quello che deve fare o non fare mio figlio». Il dottor Tornar spiega che
suo figlio «è un ragazzo che vive la sua vita. Lavora e fa sport,
quando andiamo per mare guida il gommone e per le elezioni va a votare.
La legislazione italiana vieta la discriminazione messa in atto da
Gardaland, loro gestiscono come fossero una Nazione a sé».
Fonte: il Tirreno – 25 settembre 2012
Nella vita capita di fare scelte sbagliate e sulle quali vorremmo
poter tornare indietro. David voleva andare a Mirabilandia ma poi si è
lasciato convincere da me e dalle mie ragioni legate al viaggio in
montagna, e così eccoci a Gardaland la mattina del 22 settembre. Una
mattina ideale, clima gradevole, David allegro e con un programma deciso
da tempo che prevedeva una serie di attrazioni da condividere col suo
amico padre.
Mi reco ai botteghini per acquistare i biglietti assieme a lui, la
cassiera ci invita ad utilizzare un ufficio apposta per l’ingresso, le
dico che non voglio trattamenti particolari: “Sono le regole”. Sono
accolto da una signora gentile che stampa un biglietto gratis per David
ed uno ridotto per me in quanto “accompagnatore”, le faccio presente che
non sono un accompagnatore ma il padre. “Sono le regole”. Mi consegna
un opuscolo di Gardaland con la piantina delle attrazioni,”ce l’ho già”,
rispondo. Con voce suadente mi spiega che questo elenca le “regole” per
l’accesso di mio figlio alle attrazioni. Resto perplesso, do
un’occhiata e vedo che si parla di giochi “adrenalinici”, Avventurosi e
Fantasia. Non ci faccio molto caso e penso che l’organizzazione
sconsigli attrazioni tipo Raptor e varie a testa in giù che ben mi sarei
guardato dal fare perché sono terrorizzato dall’altezza. Ma ad una più
attenta lettura mi rendo conto che tra le attrazioni che le regole
negano a mio figlio ci sono giochi pericolossimi e mortali quali il
Brucomela, la Monorotaia che a lui non interessavano (sono consentiti a
piccoli di 5/6 anni), ed altri che invece David sognava di fare.
Intercetto due guardiani. Alla mia richiesta di spiegazioni
rispondono che tali “regole” sono fatte per tutelare mio figlio e che
non ammettono deroghe. Inutile rispondere “Guardi che in qualità di
padre, medico e presidente dell’associazione persone down di Livorno non
ho bisogno della vostra tutela”.
Un secondo dopo chiamo i carabinieri di Peschiera del Garda per una
atto di discriminazione. Arrivano dopo pochi minuti, andiamo in una
saletta della direzione dove ci raggiunge il responsabile di Gardaland.
Mi ripete la storiella della tutela e delle “regole”: non possiamo
permettere l’accesso a cardiopatici e disabili su quelle attrazioni per
motivi di sicurezza. La mia risposta è: “No, usate un metodo
discriminatorio per l’aspetto somatico di mio figlio”. Fingono di
sdegnarsi ma li incalzo. “Come fate ad individuare un cardiopatico?”.
Rispondono: “Beh, ce lo dovrebbe dire lui”. “Come riconoscete un ragazzo
autistico?”, chiedo io. “Non lo possiamo riconoscere”, dicono. “E come
riconoscete un ragazzo Down?”, domando. “Beh, si vede subito”. E allora
come vedete lo discriminate dall’aspetto fisico. Propongo di rilasciare
una dichiarazione liberatoria oppure un certificato medico. Non lo
accettano “Perché non ha valore davanti alla legge”. A quel punto
preannuncio una querela nei loro confronti e dopo non aver stretto la
mano che il responsabile mi porgeva, rientro nel parco per rispetto a
David che nel frattempo mi chiedeva “perché non vogliono i ragazzi Down?
L’incubo continua fino a quando arrivati davanti a “fuga da
Atlantide” (una canoa che scende con tuffo nell’acqua) un guardiano ci
dice che le “regole” non consentono a David di accedere. A David che ha
fatto Rafting in Trentino più volte e che per poterlo fare ha dovuto
superare una prova di nuoto nelle fredde acque del torrente Noce. A
David che fa vela o che va sul gommone e lo guida. A David che lavora
come barman. A David per la cui autonomia lottiamo da 32 anni. A quel
punto esplodo urlando tutto il mio sdegno ed il mio dolore, e li accuso
di discriminazione. A
lla fine quando le forze e la voce mi abbandonano con David esco da
questo luogo che viola la nostra Costituzione, le leggi dello Stato, le
dichiarazioni per la tutela dei soggetti disabili dell’Onu.
fonte:http://www.disablog.it/
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
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Un saluto!
Ilaria
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