Autoironici ed espliciti: «Bisogna essere proprio fuori di zucca per realizzare una fattoria in un manicomio – si legge nel "Benvenuto"
che apre la home page del loro sito internet –, ma bisogna essere
ancora più fuori di zucca per non accorgersi del grande bisogno di
riconciliarsi con la "Terra Madre", allora, quale posto migliore se non
un ex-ospedale psichiatrico per esorcizzare la pazzia che divora
l’ecosistema e la biodiversità omologando tutto in un immenso niente
grigio». Tant’è che hanno chiamato proprio "Fuori di zucca" la fattoria –
gestita dalla cooperativa sociale "Un fiore per la vita" – che ha sede
nell’ex-l’ospedale psichiatrico civile "Santa Maria Maddalena" in uno
dei padiglioni piccoli. Cooperativa che a proprie spese l’ha fatto
ristrutturare («Facemmo un mutuo», spiega Giuliano Ciano, il presidente)
e per il quale paga regolamente l’affitto mensile alla Asl dal 2005.
Così
lavorano anche disabili mentali, ex-tossicodipendenti e persone con
differenti disagi: «Vogliamo che qui ci si prenda cura della persona e
della sua condizione sociale, offrendo la possibilità di vivere il
lavoro come momento di emancipazione della propria individualità e di
affermazione delle proprie potenzialità». E fa un gran bell’effetto
sentirlo dire di fronte a uno dei padiglioni più spettrali (la "Sezione
Livi"), nei quali, fino a pochi decenni fa, veniva rinchiuso chi aveva
(o dicevano avesse) un problema mentale. Non a caso – continua Ciano –
«l’educazione, l’integrazione lavorativa e il recupero sociale di
persone momentaneamente in difficoltà sono parte integrante della
realizzazione dei nostri servizi e prodotti».
E sono molti.
L’agricoltura biologica con «la produzione e vendita di verdure e
trasformati», la ristorazione con «la cucina contadina e i piatti
tipici», le visite didattiche con «i laboratori innovativi sulla natura e
l’ambiente rivolti a scuole e gruppi» e gli eventi con «le feste,
meeting, compleanni e cerimonie».
All’aperto, sotto la pioggia,
due ragazzi stanno allestendo una nuova serra dopo avere dato da
mangiare agli animali. Ma proprio oggi c’è una visita. I tavoli sono
apparecchiati per una trentina di persone e nella grande cucina Sonia è
una trottola che non si ferma un istante. Ha trentaquattro anni, è stata
tossicodipendente (ha chiuso da anni con la roba), adesso è
"supervisore" responsabile della cucina stessa: «Ce la sto mettendo
tutta per affermarmi come lavoratrice, donna e mamma (ha un figlioletto
di due anni e mezzo, ndr). Sono cambiate le mie priorità, ora
lavoro e e quando torno a casa tutto il mio tempo, che prima usavo per
procurarmi la droga, è per mio figlio. La sera finalmente possiamo
ridere insieme a raccontarci le nostre giornate».
Sono una sfida
questa cooperativa e questa fattoria. Perché dentro il primo manicomio
in Italia. Perché dentro una terra che di pazzie ne ha molte, dalla
camorra al malaffare, all’egoismo. E l’abbandono dell’ex-ospedale
psichiatrico almeno un effetto positivo lo ha avuto: «Ha preservato
questo parco da attacchi di contaminazioni inquinanti – spiega Ciano –,
delle quali purtroppo è vittima il territorio circostante». E Sonia,
intanto, continua a cucinare per trenta.
fonte:http://www.avvenire.it/
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
Nuovo blog
Presto il blog si trasferirà all'indirizzo disabilitasenzabarriere.it. Puoi già visitare il sito e inviarci la tua e-mail. La useremo soltanto per informarti quando il blog sarà attivo.
Un saluto!
Ilaria
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