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domenica 16 dicembre 2012

Strage di Newtown. Killer autistico? Nicoletti: "Un'approssimazione che non può e non deve passare"

scena della strage ripresa dalle tvE' polemica sulle notizie diffuse dai media rispetto all'identità dell'autore della strage avvenuta in una scuola elementare degli Stati uniti. Le reazioni di Nicoletti e Bomprezzi sui rispettivi blog della Stampa e sul Corriere della sera. Sulla vicenda interviene anche l'Autistic Self Advocacy Network: "E' indispensabile che i media evitino di tracciare collegamenti infondati tra autismo e violenza"
ROMA - "Un autistico non spara! Adam Lanza non poteva essere un autistico. Ancora una volta si cita in maniera inadeguata una patologia che è tra le più diffuse forme di disabilità".  E' questo il commento di Gianluca Nicoletti sul suo blog Obliqua-mente sulle pagine online della Stampa sulla vicenda della strage di Sandy Hook, una scuola materna ed elementare di c nel Connecticut, a poco più di 100 chilometri da New York dove hanno perso la vita 27 persone, di cui 20 bambini. Secondo il New York Times (notizia poi ripresa da diversi media), Adam  Lanza, il ventenne che ha commesso la strage, era affetto da una sindrome autistica, ma sulla questione è scoppiata la polemica. Per Nicoletti, infatti, si tratta di "un'approssimazione che non può e non deve passare".
"L'autistico è una persona incapace di autonomia - spiega Nicoletti -, che non saprebbe uscire di casa per andare a scuola se non accompagnato, che difficilmente riuscirebbe a usare razionalmente un'arma da fuoco in maniera così reiterata, ma soprattutto è una persona che si tura le orecchie atterrito se solo sente battere le mani o entra in una stanza con la musica ad alto volume". Per Nicoletti "è facile associare al termine "autistico" quello di "asociale" e quindi condividere conclusioni assolutamente infondate, l'autismo evidentemente è una patologia di cui la categoria a cui appartengo ha una profonda ignoranza, eppure è la prima causa d'handicap, ci sono più autistici in giro di ciechi, sordi e down messi assieme (non lo dico io lo dice il Censis)".  Un errore, quello commesso dai media, che potrebbe aggravare il peso di tante famiglie che vivono ogni giorno le difficoltà di avere un familiare disabile. "Non vorrei che tanti genitori come me da oggi, oltre il peso dell' indifferenza delle istituzioni, dell' emarginazione in strutture scolastiche non adeguate e della poca preparazione della nostra classe medica a fronte di un problema in crescita (nasce un autistico ogni cento bambini), dovesse pure sobbarcarsi il sospetto che il proprio ragazzo possa tirar fuori un' arma e fare una strage".
Anche Franco Bomprezzi, sul suo blog sul Corriere della sera, è intervenuto sulla questione. "Bisognerebbe dunque stare molto attenti a usare le parole e le definizioni - scrive Bomprezzi -, a stigmatizzare e delimitare il comportamento di una persona che improvvisamente decide di compiere un gesto mostruoso, apparentemente senza segnali evidenti che ne facciano presagire l'efferatezza. Anche perché ho la sensazione che comprensibilmente l'opinione pubblica americana stia cercando una via di fuga plausibile rispetto all'argomento principale e determinante, ossia la perniciosa e intangibile libertà di detenere e usare armi in quantità impressionante". Sulla vicenda è intervenuta anche l'Autistic Self Advocacy Network (Asan). "E' indispensabile che i commentatori e i media evitino di tracciare collegamenti inadeguati e infondati tra autismo o altre disabilità e violenza - spiega l'Asan -. Gli americani autistici e soggetti con altre disabilità non sono più inclini a commettere atti violenti rispetto ai non disabili. In realtà, le persone con disabilità di ogni tipo, tra cui l'autismo, hanno di gran lunga maggiori probabilità di essere delle vittime di crimini piuttosto che essere colpevoli di violenze".

fonte:http://www.superabile.it/

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