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Ilaria

lunedì 3 dicembre 2012

Al bar «Senza nome» caffè e mojito si ordinano con il linguaggio Lis


MILANO - Chi se la sente di sperimentare la lingua italiana dei segni ottiene un piccolo sconto sull’ordinazione. Attaccate alla porta d’ingresso, infatti, ci sono le foto di come si dicono birra o mojito in Lis. Per i più timidi, invece, c’è una bacheca - "L'angolo del cocciuto" - con tanti bigliettini tra cui scegliere da mangiare e da bere: si staccano, si portano al bancone del bar e le difficoltà di comunicazione sono risolte. A Bologna ha aperto "Senza nome", il primo locale gestito da due ragazzi sordi che punta «sull’integrazione tra cibo e cultura e sull’incrocio di linguaggi differenti», dice Alfonso Marrazzo (nella foto sotto, a sinistra), 28 anni, originario di Salerno e laureato in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo. Tra un panino e un caffè, infatti, il locale ospita mostre, concerti, djset, presentazioni di libri e corsi di yoga o shiatsu in collaborazione con Nunzia Vannuccini dell’associazione culturale Farm, che ne cura la programmazione artistica.
REALIZZARE UN SOGNO - «Io e Sara Longhi - l’altra ragazza che gestisce il "Senza nome" (nella foto al centro) - lavoravamo già all’organizzazione di eventi teatrali per le persone non udenti all’interno del Gruppo Camaleonte - spiega Alfonso -, ma abbiamo sempre incontrato parecchie difficoltà, legate soprattutto alla ricerca di spazi e di fondi». Il bar, invece, sembra aver risolto il problema delle risorse economiche necessarie a finanziare le attività culturali. «L’idea è quella di dar vita a un luogo che possa far circolare idee e pensieri in movimento, incrociando due linguaggi diversi come quello sonoro e quello visivo insieme, e facendo interagire tra loro il mondo dei sordi con quello degli udenti - continua Alfonso -. All’inizio eravamo molto preoccupati per la reazione della gente. Ora però vediamo che le persone iniziano a volersi cimentare con la Lis». E poi il bar dispone della connessione wi-fi gratuita.
SPAZIO A CIBO E IDEE - Tra le curiosità del menù invece - dove panini, friselle, bruschette e piadine portano il nome degli amici di Alfonso e Sara che li hanno aiutati nella realizzazione di questo progetto -, ci sono le "cene a cappello", le merende domenicali e un vino tutto speciale. Le prime sono serate a tema in cui «lo chef di turno propone i propri piatti a mo' di aperitivo e come se fosse un artista di strada, mentre il vino consigliato dalla casa è un chianti prodotto dalla fattoria La Muraglia di Monteriggioni, un’azienda agricola sui colli senesi gestita dalla famiglia Convito e da alcune persone sorde», racconta Alfonso. "Senza nome", un ambiente su due piani suggestivo e informale con saletta fumatori e tavolini all’aperto d’estate, si trova in pieno centro, in via Belvedere 11/b, è aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle 15 alle 3 (la domenica fino alle 23) e per essere sempre aggiornati sulla programmazione culturale c’è la pagina Facebook.

fonte:http://www.corriere.it/

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