Google poteva e doveva impedire che quel video, che riprendeva un
ragazzino disabile costretto a subire angherie da parte dei compagni di
scuola, finisse in Rete, ma non l'ha fatto perché quelle immagini erano
una "fonte di guadagno". Così, ad oltre 5 mila utenti, che hanno
cliccato sul link, sono state offerte vere e proprie "lezioni di
crudeltà".
E' quanto ha sostenuto in aula il sostituto procuratore
generale di Milano, Laura Bertolè Viale, chiedendo davanti ai giudici di
secondo grado la conferma delle condanne a 6 mesi (pena sospesa) per
violazione della privacy per tre manager del famoso motore di ricerca.
La sentenza di primo grado - La sentenza di primo grado era arrivata quasi tre anni fa,
nel febbraio 2010, suscitando molto clamore a livello internazionale
perché si trattava del primo processo, a livello mondiale, ai
responsabili di un provider di internet per la pubblicazione di
contenuti sul web.
Un verdetto di condanna duramente criticato
all'epoca dall'ambasciatore americano a Roma, David Thorne, e anche
dalla stampa 'a stelle e strisce' che aveva parlato di un 'regalo' a
regimi come quello iraniano e cinese, contrari all'internet libero.
Per
il sostituto pg Bertolè Viale, però, devono essere confermate le
condanne per David Carl Drummond, ex presidente del Cda di Google Italy e
poi senior vice presidente, per George De Los Reyes, ex membro del cda
di Google Italy e ora in pensione, e per Peter Fleischer, responsabile
delle strategie per la privacy per l'Europa di Google Inc.
Il
filmato, che riprendeva un minorenne disabile insultato e vessato dai
compagni in un istituto tecnico di Torino, venne caricato su Google
Video l'8 settembre 2006, dove rimase, cliccatissimo, per circa due
mesi.
L'accusa: "Dovevate fare un controllo sui dati caricati in Rete" - Il
giudice di primo grado, Oscar Magi, ha condannato i manager perché, in
sostanza, non sarebbero stati rispettati degli obblighi di informazione:
l'informativa sulla privacy, che apparve quando i ragazzi caricarono il
video, secondo il magistrato, era "talmente nascosta nelle condizioni
generali di contratto da risultare assolutamente inefficace".
Il
sostituto pg, invece, fa un passo oltre: per l'accusa gli imputati
dovevano effettuare anche "un controllo sui dati caricati in rete, un
controllo preventivo che avevano la possibilità di fare e che non è
stato fatto per ragioni di costo, un controllo che infatti avrebbe
rallentato l'azione di Google sul mercato dei video che era in forte
espansione".
La difesa: "Non avevamo alcun obbligo di controllo" - Per
la difesa, invece, rappresentata anche dall'avvocato e parlamentare
Giulia Bongiorno, Google non aveva, in base all'ordinamento, alcun
obbligo né di controllo preventivo sui contenuti caricati in Rete, né
informativo in relazione al trattamento dei dati personali. Da qui la
richiesta di assoluzione. Se c'era qualcuno che aveva "l'obbligo
giuridico" di vigilare - ha chiarito l'avvocato Giuseppe Vaciago - non
era certo Google, ma era la professoressa di quell'istituto tecnico,
dove il ragazzino subì insulti e angherie.
"Come è emerso
chiaramente dalle indagini della polizia giudiziaria - ha aggiunto
Bongiorno - non vi era alcun messaggio pubblicitario connesso a Google
Video e pertanto Google non ha tratto alcun profitto da questo o altri
video".
E poi, ha spiegato ancora l'avvocato Vaciago, il video venne
rimosso "in 2 ore e 27 minuti" dopo la segnalazione della polizia
postale. Giorgia Abeltino, policy manager di Google in Italia, ha
voluto ribadire la vicinanza "al ragazzo, vittima di un atto di bullismo
in quel video riprovevole", precisando che "i bulli, responsabili per
la violazione della sua privacy, sono gia' stati puniti".
Per un
quarto imputato, che era già stato assolto dall'accusa di diffamazione
(caduta per tutti gli imputati), il sostituto pg ha chiesto il "non
doversi procedere", perché sia l'associazione 'Vividown' che i familiari
del ragazzino in passato hanno ritirato la querela.
fonte: http://tg24.sky.it/
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
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