Con l'avanzare dell'età paterna aumentano le possibilità che il nascituro sviluppi queste malattie. Gli anni della madre non hanno alcuna influenza sulle due patologie
Aumenta il numero di mutazioni genetiche
L'analisi coordinata dall'azienda islandese Decode Genetics ha esaminato l'intero genoma di 78 famiglie composte da madre, padre e figlio, con genitori di un'età media intorno ai trent'anni, per verificare quante mutazioni genetiche venivano trasmesse da una generazione all'altra.Lo studio ha scoperto che, in media, un bambino nato da un padre di 20 anni ha 25 mutazioni casuali dovute al papà, un numero che cresce di due mutazioni ogni anno arrivando a 65 con un genitore maschio di 40 anni.
Nella donna invece, che produce tutti gli ovuli entro la pubertà, le mutazioni sono sempre 15, indipendentemente dall'età.
Gli autori precisano che la maggior parte di questi cambiamenti genetici non sono pericolosi ma in alcuni casi possono aumentare il rischio di problemi neurologici come autismo e schizofrenia, e il fenomeno dei padri sempre più anziani potrebbe essere alla base del 20-30 per cento dell'aumento dei casi di autismo registrato negli ultimi anni.
Kari Stefansson, tra gli autori dello studio commenta: “È sbalorditivo che l'età del padre sia così determinante in questa malattia e lo è ancora di più che invece l'età della madre non abbia alcun effetto”.
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