NAIROBI. Centinaia di
bambini affetti da autismo sono
stati esclusi dalla scuola a causa dello
stigma
e della discriminazione che continuano a colpirli.
Ma una donna è
decisa a porre fine alla sofferenza
di questi bambini, che sono stati
respinti dalla società.
Felicity Ngungu, fondatrice e presidente della
Società
per l’Autismo del Kenya, lei stessa nonna di un
ragazzo
autistico di 29 anni, cerca di fermare le lacrime mentre narra le
difficoltà attraversate da alcuni di questi bambini. “A causa dello
stigma
e della discriminazione legati all’autismo, i genitori
preferiscono nascondere
i loro figli dagli occhi della società in quanto
sono considerati anormali,
pazzi e talvolta maledetti. Nessuna scuola
li vuole ammettere”, afferma
la nonna di 71 anni.
L’autismo, un disordine
dello sviluppo neuronale, caratterizzato da ridotta
comunicazione ed
interazione sociale, e da un comportamento riservato
e ripetitivo, non
viene compreso a causa della mancanza di informazione
nel paese. Ci sono
7 mila bambini autistici a Nairobi soltanto. Anche il
governo, la cui
responsabilità è quella di proteggere i diritti di
tutti i bambini senza
alcuna discriminazione come previsto dalla
Costituzione, si trova di
fronte ad un dilemma, non sapendo cosa
fare con i bambini autistici.
Senza politiche chiare in materia, la
maggior parte dei bambini
autistici cosi come i loro genitori continuano
a soffrire in silenzio.
Solo una piccola minoranza porta questi bambini
in scuole speciali. E’
su questo scenario che la signora Ngungu ha fondato la
Società nel
dicembre del 2003 per aiutare i bambini autistici. Ma la
principale
forza trainante dietro questa mossa è stata la continua sofferenza
di
suo nipote, Andrew, a cui è stato diagnosticato l’autismo nel 2001,
all’età di 17 anni. Prima della diagnosi, il padre di Andrew l’aveva
abbandonato insieme alla madre depressa quando la comunità aveva
mostrato aperta discriminazione nei confronti del ragazzo, chiedendo
che
fosse portato in un istituto mentale.
Contro ogni
aspettativa, il punto di svolta per Andrew arrivò quando
Alistair
Forbes, un professore in visita dall’Inghilterra, condusse
un consulto
medico gratuito all’Ospedale per i Bambini Gertrude’s
Garden di Nairobi.
“E’ il professor Forbes che ha diagnosticato
l’autismo ad Andrew. Prima
di ciò, non avevamo mai saputo di
che cosa soffrisse. Altra gente
diceva che era nato pazzo mentre
altri lo consideravano semplicemente
disabile. Eravamo devastati.
Ma dopo aver ricevuto la notizia della
diagnosi, abbiamo deciso di
cercare informazioni su come gestire la
condizione di Andrew”, ha
detto Ngungu.
Determinata a vedere
suo nipote vivere una vita normale, la signora
Ngungu mandò suo figlio
Timothy a cercare maggiori informazioni
sull’autismo in Internet. Per
fortuna, Timothy si imbattè nel
numero di telefono di un gruppo di
supporto costituito da genitori
con figli autistici della Pennsylvania.
Andrew fu successivamente
mandato negli Stati Uniti dove viene aiutato a
condurre una vita
normale.Ma affinché la signora Ngungu potesse
continuare la
sua crociata in Kenya, il gruppo statunitense le suggerì
di
acquistare un libro intitolato “Terapie Biologiche per l’Autismo
ed i
Disordini Pervasivi dello Sviluppo (Pdd)”, che le ha
fornito molte
informazioni sulla gestione dell’autismo.
Armata del libro, la
signora Ngungu mobilitò circa 50 genitori
con figli autistici per fare
una visita al Ministero della Salute.
Mentre l’allora Direttore dei
servizi medici Richard Muga li
accolse ed promise che il governo avrebbe
condotto un’indagine
per stabilire l’esatto numero di bambini autistici
nel paese,
questo non è accaduto in quanto il dottor Muga fu
immediatamente
trasferito dal ministero. Non ha facilitato le cose il
fatto che solo il
dottor Muga ed il suo predecessore Julius Meme
(deceduto) erano
gli unici medici nel paese con una comprensione
dell’autismo. Con
la dipartita del dottor Muga dal ministero, un senso
di disperazione
travolse la signora Ngungu ed il suo gruppo. Anche con
l’introduzione
dell’educazione primaria gratuita da parte del governo
Narc, i bambini
autistici hanno continuato a restare a casa in quanto
nessuna suola pubblica
ha voluto ammetterli.
Ma la Società per
l’Autismo del Kenya era decisa a non mollare. Con
fondi dell’Undp e
dell’Iniziativa Società Aperta dell’Africa Orientae, la
Società è stata
in grado di fornire competenze ai genitori con figli autistici,
in
particolare riguardo a buone pratiche alimentari che sono essenziali per
la crescita e lo sviluppo di questo bambini. Ad oggi, 3980 genitori
hanno
cercato assistenza presso la Società per l’Autismo, che ha anche
continuato
a lavorare con la Divisione Materna per la Salute del Bambino
e la
Pianificazione Familiare (Mch/Fp) allo scopo di sviluppare linee
guida
sulla gestione dell’autismo.
Gli sforzi tuttavia non
hanno generato molti frutti a causa della mancanza
di strutture chiare
all’interno del governo. L’ideale sarebbe che tutte le
scuole avessero
un terapeuta professionista ed altri assistenti che permettano
ai
bambini autistici di imparare in tali istituzioni. Ciò nonostante, una
mancanza
di collegamento fra il ministero dell’Educazione e quello della
Salute Pubblica
e della Sanità ha fatto si che le Linee Guida per la
Salute nella Scuola
Nazionale non venissero implementate. Tutto
considerato, c’è luce alla
fine del tunnel. Grazie alla sponsorizzazione
di Orange Kenya ed altri nel
settore aziendale, la Società per
l’Autismo ha istituito un’ala speciale per
120 bambini autistici nella
Scuola Primaria della Città di Nairobi.
Nove terapeuti professionisti si
occupano dei bambini.
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Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
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Ilaria
sabato 8 dicembre 2012
Kenya: la lotta di una nonna contro lo stigma che colpisce i bambini autistici
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