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Ilaria

sabato 8 dicembre 2012

Kenya: la lotta di una nonna contro lo stigma che colpisce i bambini autistici


immagine newsIn esclusiva da News from Africa
NAIROBI. Centinaia di bambini affetti da autismo sono 
stati esclusi dalla scuola a causa dello stigma 
e della discriminazione che continuano a colpirli. 
Ma una donna è decisa a porre fine alla sofferenza 
di questi bambini, che sono stati respinti dalla società.
 Felicity Ngungu, fondatrice e presidente della Società
 per l’Autismo del Kenya, lei stessa nonna di un
 ragazzo autistico di 29 anni, cerca di fermare le lacrime mentre narra le 
difficoltà attraversate da alcuni di questi bambini. “A causa dello stigma
 e della discriminazione legati all’autismo, i genitori preferiscono nascondere
 i loro figli dagli occhi della società in quanto sono considerati anormali,
 pazzi e talvolta maledetti. Nessuna scuola li vuole ammettere”, afferma
 la nonna di 71 anni.
L’autismo, un disordine dello sviluppo neuronale, caratterizzato da ridotta 
comunicazione ed interazione sociale, e da un comportamento riservato
 e ripetitivo, non viene compreso a causa della mancanza di informazione 
nel paese. Ci sono 7 mila bambini autistici a Nairobi soltanto. Anche il 
governo, la cui responsabilità è quella di proteggere i diritti di
 tutti i bambini senza alcuna discriminazione come previsto dalla 
Costituzione, si trova di fronte ad un dilemma, non sapendo cosa 
fare con i bambini autistici. Senza politiche chiare in materia, la 
maggior parte dei bambini autistici cosi come i loro genitori continuano
 a soffrire in silenzio. Solo una piccola minoranza porta questi bambini 
in scuole speciali. E’ su questo scenario che la signora Ngungu ha fondato la
Società nel dicembre del 2003 per aiutare i bambini autistici. Ma la 
principale forza trainante dietro questa mossa è stata la continua sofferenza
 di suo nipote, Andrew, a cui è stato diagnosticato l’autismo nel 2001, 
all’età di 17 anni. Prima della diagnosi, il padre di Andrew l’aveva 
 abbandonato insieme alla madre depressa quando la comunità aveva
 mostrato aperta discriminazione nei confronti del ragazzo, chiedendo
 che fosse portato in un istituto mentale.
Contro ogni aspettativa, il punto di svolta per Andrew arrivò quando 
Alistair Forbes, un professore in visita dall’Inghilterra, condusse
 un consulto medico gratuito all’Ospedale per i Bambini Gertrude’s
 Garden di Nairobi. “E’ il professor Forbes che ha diagnosticato
 l’autismo ad Andrew. Prima di ciò, non avevamo mai saputo di 
che cosa soffrisse. Altra gente diceva che era nato pazzo mentre 
altri lo consideravano semplicemente disabile. Eravamo devastati.
 Ma dopo aver ricevuto la notizia della diagnosi, abbiamo deciso di
 cercare informazioni su come gestire la condizione di Andrew”, ha
 detto Ngungu.
Determinata a vedere suo nipote vivere una vita normale, la signora
 Ngungu mandò suo figlio Timothy a cercare maggiori informazioni
 sull’autismo in Internet. Per fortuna, Timothy si imbattè nel 
numero di telefono di un gruppo di supporto costituito da genitori 
con figli autistici della Pennsylvania. Andrew fu successivamente 
mandato negli Stati Uniti dove viene aiutato a condurre una vita 
normale.Ma affinché la signora Ngungu potesse continuare la 
sua crociata in Kenya, il gruppo statunitense le suggerì di 
acquistare un libro intitolato “Terapie Biologiche per l’Autismo 
ed i Disordini Pervasivi dello Sviluppo (Pdd)”, che le ha
 fornito molte informazioni sulla gestione dell’autismo.
Armata del libro, la signora Ngungu mobilitò circa 50 genitori 
con figli autistici per fare una visita al Ministero della Salute. 
Mentre l’allora Direttore dei servizi medici Richard Muga li 
accolse ed promise che il governo avrebbe condotto un’indagine
 per stabilire l’esatto numero di bambini autistici nel paese, 
questo non è accaduto in quanto il dottor Muga fu immediatamente 
trasferito dal ministero. Non ha facilitato le cose il fatto che solo il 
dottor Muga ed il suo predecessore Julius Meme (deceduto) erano 
gli unici medici nel paese con una comprensione dell’autismo. Con
 la dipartita del dottor Muga dal ministero, un senso di disperazione
 travolse la signora Ngungu ed il suo gruppo. Anche con l’introduzione
 dell’educazione primaria gratuita da parte del governo Narc, i bambini 
autistici hanno continuato a restare a casa in quanto nessuna suola pubblica
 ha voluto ammetterli.
Ma la Società per l’Autismo del Kenya era decisa a non mollare. Con
 fondi dell’Undp e dell’Iniziativa Società Aperta dell’Africa Orientae, la 
Società è stata in grado di fornire competenze ai genitori con figli autistici, 
in particolare riguardo a buone pratiche alimentari che sono essenziali per
 la crescita e lo sviluppo di questo bambini. Ad oggi, 3980 genitori hanno 
cercato assistenza presso la Società per l’Autismo, che ha anche continuato
 a lavorare con la Divisione Materna per la Salute del Bambino e la
 Pianificazione Familiare (Mch/Fp) allo scopo di sviluppare linee guida 
sulla gestione dell’autismo.
Gli sforzi tuttavia non hanno generato molti frutti a causa della mancanza
 di strutture chiare all’interno del governo. L’ideale sarebbe che tutte le
 scuole avessero un terapeuta professionista ed altri assistenti che permettano
 ai bambini autistici di imparare in tali istituzioni. Ciò nonostante, una mancanza 
di collegamento fra il ministero dell’Educazione e quello della Salute Pubblica 
e della Sanità ha fatto si che le Linee Guida per la Salute nella Scuola 
Nazionale non venissero implementate. Tutto considerato, c’è luce alla
 fine del tunnel. Grazie alla sponsorizzazione di Orange Kenya ed altri nel
 settore aziendale, la Società per l’Autismo ha istituito un’ala speciale per
 120 bambini autistici nella Scuola Primaria della Città di Nairobi. 
Nove terapeuti professionisti si occupano dei bambini.

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