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Ilaria

mercoledì 31 ottobre 2012

Diversamente thriller

Intervista a Sergio Rilletti, curatore della raccolta "Capacità nascoste", la prima antologia di racconti noir che hanno per protagonisti persone con disabilità.
Un libro che vi lascerà (letteralmente) col fiato sospeso. Venticinque racconti "diversamente thriller" scritti da altrettanti autori che si sono cimentati in un'ardua sfida: tessere storie ad alto tasso adrenalinico in cui il protagonista è un uomo (o una donna) con disabilità. Personaggi "diversamente abili" che, nonostante il loro handicap riescono ad affrontare e risolvere situazioni di grave pericolo. Grazie alle loro capacità e a un pizzico di astuzia.
“Capacità nascoste. La prima antologia diversamente thriller" (No replay) raccoglie spunti e linee narrative differenti: dallo spionistico al bellico, al racconto storico ambientato durante gli anni della Seconda guerra mondiale, nel campo di sterminio di Auschwitz. "Gli autori non hanno avuto paura ad affrontare temi spinosi come l'Olocausto, la follia, il sesso o l'Alzheimer", commenta Sergio Rilletti curatore dell'antologia assieme a Elio Marracci e autore del racconto "Snuff movie - Inconsapevole gioco di morte".
Storie avvincenti, in cui il protagonista parte da una situazione di svantaggio ma riesce sempre a ribaltare la situazione e uscirne vincitore. Racconti crudi, crudeli persino, come "l'annusatore" cieco che finisce nelle mani di una spietata banda di trafficanti d'organi. Ma dove non c'è spazio per la banalità né per il pietismo.
Come avviene per Mister Noir, il primo eroe disabile della letteratura italiana, creato dalla penna di Sergio Rilletti. "In questo racconto Mister Noir dovrà compiere mirabolanti evoluzioni fisiche per riuscire a scappare dalla casa dove è stato rinchiuso da un gruppo di persone che lo vogliono ammazzare", anticipa Rilletti.
Qual è il "filo rosso" che lega i racconti dell'antologia?
Senza dubbio la caparbietà. La caparbietà delle persone (o, in questo caso, dei personaggi) diversamente abili che, se occorre, riescono a superare situazioni di pericolo grazie alle proprie capacità, sia fisiche che mentali. Non a caso questa antologia è nata dal mio thriller autobiografico "Solo!", che vi invito caldamente a scaricare, gratuitamente, dal web.
La narrativa, diversamente dal cinema, è più restia a raccontare la disabilità. Qual è il motivo?
Di solito si divide la narrativa in due grandi categorie: il "romanzo" - senza alcuna altra definizione, poverino! - e il romanzo "di genere", ovvero thriller, giallo, noir, horror, fantasy, spy-story, western, rosa, erotico, di fantascienza, di avventura, e tutti i relativi sottogeneri.
Il "romanzo" ha l'oneroso compito di far riflettere, mentre il romanzo "di genere" deve soprattutto divertire. La disabilità è un problema serio e si pensa che sia necessario affrontarlo in modo altrettanto "serio" e particolarmente approfondito. In realtà non è così.
Se io creo un personaggio e lo metto in una determinata situazione, il lettore, paragonabile ad un passante occasionale, vede subito il problema e come il personaggio lo affronta. Esattamente come accade nella vita quotidiana. E nei film.
Come è nato Mister Noir?
La prima scintilla, quella che poi mi ha portato a creare "Le avventure di Mister Noir", è scoccata nell'inverno 2001, guardando la soap opera "CentoVetrine". L'espressività di Serena Bonanno, una delle protagoniste più brave e versatili, mi ricordava molto quella di Diana Rigg quando interpretava la bella e simpatica Emma Peel nel telefilm "Agente speciale", che vedevo quand'ero bambino.
Ma, non trovando alcun attore che potesse "sostituire" Patrick Macnee nei panni del flemmatico e ironico John Steed, accantonai l'idea di creare una serie di racconti ispirata a quel telefilm. Quando poi fu annunciato che il 2003 sarebbe stato l'anno Europeo della disabilità, mi venne l'idea di celebrarlo creando il primo eroe disabile seriale della storia della letteratura italiana - protagonista, oltretutto, di thriller umoristici - per M-Rivista del mistero, diretta da Andea Carlo Cappi e Andrea G. Pinketts, con la quale stavo collaborando da quasi due anni.
Ripresi, quindi, l'idea di realizzare un serial letterario ispirato ad "Agente speciale", di cui volevo riproporre al pubblico lo spirito brioso e di cui avevo già trovato la mia "attrice italiana ideale" per il ruolo della protagonista. Così ho sostituito il normodotato protagonista maschile con Mister Noir, un investigatore privato in carrozzina...liberamente ispirato a me stesso.
Come hai coltivato la tua passione di scrittore? Hai frequentato corsi? Sei autodidatta?
Ho cominciato da autodidatta - studiando alcuni manuali di scrittura creativa generale -, poi ho frequentato tre corsi - di sceneggiatura per fumetti, di scrittura creativa mystery, e di sceneggiatura per film -, ho fatto pratica - collaborando, soprattutto, come giornalista all'Agenzia Hpress, e, come scrittore, a M-Rivista del mistero -, e ora sto continuando come autodidatta, leggendo con estrema attenzione i romanzi altrui per carpirne le tecniche, "adottando" quello che considero particolarmente efficace. Ed eliminando tutto ciò che non mi piace, affinando, così, il mio stile personale.
Scrivere è sempre stata la mia grande passione, fa proprio parte di me come le cellule del mio Dna: diventare uno scrittore famoso è sempre stato il mio obiettivo sin dall'età di 19 anni (o anche da molto prima, se si considerano i sogni da bambino). Nella mia vita, tutte le mie scelte, a volte anche drastiche e definitive, sono sempre state incentrate su questo e a farmi mantenere sempre un attivo e costante contatto con il mondo della scrittura creativa, nelle sue diverse forme ed espressioni, scartando a priori tutte le alternative che mi avrebbero allontanato da esso.

fonte:http://www.personecondisabilita.it/

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