PARMA – Dietro un bancone. Non solo per imparare un mestiere, ma per
vincere la timidezza, sentirsi parte di qualcosa. Maria e Alessandro non
vedono l’ora d’iniziare il loro corso da barman, il primo espressamente
dedicato alle persone colpite da disabilità.
Ad aiutarli nel loro sogno ci ha pensato l’incontro tra Vito Schiavo,
apprezzato barman parmigiano, e la cooperativa sociale La Bula, da anni
impegnata a integrare i giovani disabili con progetti orientati sul
mondo del lavoro. E’ nato così (collegamento al sito parma.repubblica.it)
“L’antiBARriera” un corso professionale per baristi, finanziato dalla
Provincia di Parma, con la collaborazione del Servizio inserimento
lavoratori disabili (Sild).
“Abbiamo costruito il progetto – spiega Laura Stanghellini de La Bula
– insieme a Vito che ci ha raccontato la sua idea. E abbiamo voluto
tirare alto, cercando di dare competenze professionali e valorizzare le
persone”. Dall’unione delle due esperienze è scaturita un’iniziativa
premiata dal bando provinciale per l’inclusione lavorativa delle persone
con disabilità.
Marco Melegari, responsabile del Sild: “E’ un piacere e un dovere
finanziare questa iniziativa, che ha le gambe per crescere, attraverso i
tirocini, che rappresentano un aspetto fondamentale”. Una volta
terminate le lezioni – il corso si concluderà a dicembre – alcuni dei
ragazzi avranno possibilità di lavorare all’interno dei locali.
Le lezioni – negli spazi messi a disposizione da Art Caffè-Armeno
Caffè – saranno teoriche, ma soprattutto pratiche. “L’aspetto della
formazione – spiega Vito – sarà prioritario, questi sono corsi che
mettono in crisi anche i baristi. Non ci può essere improvvisazione
dietro una macchina del caffè. Credo un’occasione per arricchirci tutti.
Ho sempre sognato questo giorno e ho anche un po’ di paura, ma la
voglia supera il timore”.
Il sogno di Vito e La Bula è anche quello dei ragazzi che oggi
intraprendono il viaggio tra tazzine, miscele di caffè, tè e cappuccini.
Dice Maria: “Spero di imparare cose nuove, ho già lavorato in un bar e
con questo lavoro spero di superare la mia timidezza, per me servire un
caffè a un cliente è un modo di coccolarlo”. Alessandro le fa eco:
“Stare dietro un bancone è il mio sogno da quando ero piccolo, mi
piacerebbe molto. Voglio imparare a fare bene il caffè e vincere la
timidezza”.
Con il corso viene gettato un primo mattone di quella che potrebbe
essere una casa molto più grande. Spiega Vito: “L’idea è quella di una
torrefazione dove i ragazzi possano lavorare e sostenersi. Non solo
preparando caffè. ma prodotti collegati, che sia costruire un vassoio,
dipingere un quadro, mettere su una piccola pasticceria”.
fonte:http://www.disablog.it/
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
Nuovo blog
Presto il blog si trasferirà all'indirizzo disabilitasenzabarriere.it. Puoi già visitare il sito e inviarci la tua e-mail. La useremo soltanto per informarti quando il blog sarà attivo.
Un saluto!
Ilaria
venerdì 26 ottobre 2012
Quando il bar è integrazione: il corso per persone disabili
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