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Ilaria

sabato 27 ottobre 2012

Il disabile che domina il cielo con l'aereo


TRENTO. Non arrendersi mai e avere sempre uno scopo. Sono questi i segreti di Mario Baldessari che è disabile ma anche pilota, suona la chitarra in due complessi musicali e ha già inciso dei dischi. Mario racconta come il volo sia alla portata di tutti e nell'aria, senza barriere architettoniche, ci si senta veramente liberi di guardare il mondo dall'alto o di ammirare un tramonto. E a breve sarà possibile volare anche in Trentino, grazie a un nuovo aereo accessibile.

Spesso si crede che pilotare un aereo, anche di piccole dimensioni, sia molto rischioso e per persone fisicamente efficienti. Lei è uno dei pochi piloti disabili. Come è nata questa passione, quali emozioni prova quando vola?Volare non è difficile: possono farlo tutti e la disabilità non preclude di per sé questa possibilità. Molte persone disabili possono volare senza problemi; penso ad esempio ai paraplegici, come me, ma anche agli amputati e ai tetraplegici che possono pilotare grazie a piccole modifiche sull'aereo, facili da realizzare e poco costose. Volare comporta sempre un rischio che si impara ad affrontare durante il corso nella pratica in volo con l'istruttore. Per me non è stato difficile imparare, nella mia famiglia sono da sempre tutti piloti, quindi la passione c'era già prima dell'incidente. Più complesso è essere umili e voler apprendere ad ogni volo. Nell'aria non ci sono barriere architettoniche e, anche se disabili, ci si sente molto più liberi che sulla terraferma.

Lei fa parte dell'associazione Baroni Rotti che, tra le altre attività, organizza anche corsi di volo in ultraleggero. Tra i tanti nomi perché l'associazione si chiama proprio Baroni Rotti?Quando nel 1994 Baroni Rotti, che ha sede a Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo, ha organizzato il primo corso per piloti disabili, per Italia è stata una rivoluzione, perché i piloti con handicap non si erano mai visti, ma in Europa e negli Stati Uniti succede da decenni. Baroni Rotti riprende il Barone Rosso, il famoso pilota e c'è molta autoironia in questo. Tra qualche mese dovrebbe essere pronto un aereo accessibile presso l'aeroporto di Trento e così spero di poter volare di più.

Come ha «incontrato» la disabilità e cosa l'ha aiutato ad accettarla?Ho avuto un incidente in moto nel 2004 e quindi mi sono trovato nella necessità di dover rivoluzionare le mie abitudini. Tutto questo è successo senza uno shock psicologico, grazie al sostegno della famiglia e degli amici, che non sono mai mancati. La grinta e la fatica necessarie per superare le difficoltà quotidiane, pur potendo fare meno attività, permette di viverle con più intensa soddisfazione.

L'handicap oggi è sempre più accettato nella società, ma in certi casi le persone fanno fatica a mostrarsi serenamente agli altri anche con le loro difficoltà e i "normodotati" faticano a relazionarsi con loro. Se incontrasse un ragazzo, disabile o non, cosa gli direbbe?E' vero anche se oggi l'handicap è molto più accettato che in passato ci sono ancora parecchi disabili che faticano a mostrarsi. Quando incontro queste persone cerco di fare capire loro che hanno tante potenzialità e che devono valorizzarle al massimo. Direi anche che gran parte di quello che oggi percepiscono come limite lo potranno fare domani e che il vero limite si scopre e si supera di giorno in giorno. Quando incontro una persona non disabile un po' in imbarazzo uso molta autoironia con qualche battuta scherzosa, oppure mi comporto normalmente come se l'handicap non ci fosse, perché spesso sono il primo a dimenticarmi della carrozzina.

La sua vita è ricchissima di cose: un lavoro a tempo pieno, il volo e suona in due complessi musicali. Quali sono i progetti per il futuro?Volo a parte, in futuro vorrei tornare in sala di incisione.

L'arte insegna che i colori e le immagini aiutano a raccontare avvenimenti importanti che ci accadono e descrivono efficacemente la nostra personalità. C'è un colore o un'immagine che racconta bene sia la sua storia personale?Ci sono tre foto a cui tengo molto, mi raccontano prima, durante e dopo la malattia. La prima foto risale a due giorni prima dell'incidente, la seconda è fatta con il cellulare e mi ritrae quando ero in ospedale - dopo venti giorni di degenza e un dimagrimento di venticinque chili - la terza, di nuovo ad una festa, simboleggia la rinascita.

In Trentino la società è da tempo molto sensibile al tema della disabilità e la nostra Regione ha organizzato per prima varie iniziative virtuose. Queli consigli darebbe per migliorare l'approccio sociale alla disabilità?In Trentino si fa già molto, ma è importante sostenere le associazioni sportive per disabili che spesso faticano ad autofinanziarsi ed eliminare il più possibile le barriere architettoniche.

Perchè anche lo sport può aiutare a sentirsi tutti uguali. Felicemente uguali.

fonte: http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/

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