ROMA - Risale al 2008 l'inizio del cosiddetto "caso Gauer", che ha posto
all'attenzione della cronaca internazionale la questione della violenza
contro le donne disabili. Ad agosto 2011, dopo quasi 3 anni, è
approdato alla Corte europea dei Diritti umani, ma ci vorranno alcuni
anni per conoscere la pronuncia. Silvia Cutrera, presidente dell'Avi
(Agenzia per la vita indipendente) di Roma e membro dell'Adf (Europea
disability forum) ci aiuta a ricostruire i fatti e inquadrarli nel
problema, ancora molto diffuso, della violenza contro le donne disabili a
cui oggi è dedicata un'audizione dell'Edf al Parlamento europeo
Cos'è il caso Gauer e quale la sua importanza?
Il 10 dicembre 2008, presso la V Sezione della Corte di
giustizia francese, è stato depositato il ricorso di Joelle Gauer ed
altre donne disabili contro la Francia, nel quale le ricorrenti
denunciavano di essere state sterilizzate senza il loro consenso. I
fatti risalgono agli anni 1995-1998, quando alle giovani donne con
disabilità viene praticata la legatura delle tube come metodo
contraccettivo, senza il loro consenso e senza che fossero informate
della natura dell'intervento. Dopo varie vicissitudini, nel 2006 il
Tribunale di Sens emette un'ordinanza di non luogo a procedere,
sostenendo che l'operazione chirurgica non poteva essere considerata una
pratica illecita e che l'assenza di consenso non attribuiva connotati
penali ai fatti denunciati. Decisione confermata in appello nel marzo
2007, motivata dalla tesi che la legatura delle tube è tecnicamente
reversibile, che le persone con disabilità mentale non sono in grado di
accudire i loro figli e quindi tale metodo contraccettivo era stato
scelto nell' interesse delle ricorrenti, senza alcuna volontà di mettere
in pericolo la loro salute: non era stata adottata quindi una politica
eugenetica. La Corte d'appello aggiungeva che tali fatti trovavano
copertura nelle leggi in vigore.
La vicenda è finita così?
No. Succede che le parti civili ricorrono in Cassazione, che
nel giugno del 2008 dichiara il ricorso irricevibile ai sensi dell'art.
575 del codice di procedura penale che prevedeva requisiti restrittivi
per permettere alle parti civili di ricorrere in appello contro le
sentenze della Camera istruttoria. Sollevata la questione di legittimità
costituzionale, lo stesso art. 575 viene dichiarato incostituzionale e
abrogato il 23 luglio 2010. Invocando l'art. 6 della Convenzione Onu sui
diritti delle persone con disabilità, i ricorrenti denunciano che le
giovani donne fin dall'inizio della procedura giudiziale non hanno
potuto essere rappresentate, che non era stato nominato un
amministratore ad hoc, che l'associazione che si era costituita parte
civile è stata considerata priva dei presupposti per stare in giudizio.
Invocano anche l'art. 3, per contestare l'attacco alla loro integrità
fisica, visto che sono state sterilizzate senza consenso; l'art 8 e 12,
perché non è stato rispettato il diritto alla loro vita privata ed è
stata impedita la formazione di una famiglia e infine l'art. 14 per
contestare la discriminazione subita in quanto persone con disabilità.
Nell'agosto del 2011 il caso Bauer è approdato alla Corte europea dei
Diritti umani, ma ci vorranno alcuni anni per conoscere la pronuncia.
Violenza sulle donne disabili: ci sono numeri per riuscire a inquadrare le dimensioni del fenomeno?
Le cifre sono poco attendibili, considerato che molte violenze
rimangono sotto silenzio. Tuttavia, si stima che, a livello europeo,
circa il 40% delle donne con disabilità subisca una qualche forma di
violenza. Sono 80 milioni le persone con disabilità in Europa, di cui
circa la metà donne: circa il 16% delle donne europee è disabile.
Quali tipi di violenze e abusi sono più frequentemente subiti da donne disabili?
La violenza più aberrante è quella sessuale, ma la violazione
più diffusa è quella dei diritti umani: diritto alle cure sanitarie
(specialmente quelle di diagnostica preventiva), diritto alla
formazione, al lavoro, alla sessualità etc.
Sterilizzazioni forzate: vietate dalla legge, ma di fatto ancora praticate. Ci sono cifre sul fenomeno?
Sì, le sterilizzazioni senza consenso sono ancora praticate nel
mondo ma non sono in grado di quantificare. Sappiamo però che in
Italia, dal 1985 al 1998, si sono praticate circa 6.000 sterilizzazioni
forzate negli ospedali psichiatrici.
fonte:http://www.superabile.it/
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
Nuovo blog
Presto il blog si trasferirà all'indirizzo disabilitasenzabarriere.it. Puoi già visitare il sito e inviarci la tua e-mail. La useremo soltanto per informarti quando il blog sarà attivo.
Un saluto!
Ilaria
lunedì 15 ottobre 2012
Sterilizzazioni forzate: dal 1985 al 1998, circa 6 mila negli ospedali psichiatrici
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