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Ilaria

domenica 14 ottobre 2012

Neosindaco non vedente: "La disabilità deve sporcarsi le mani con la politica"

TORINO - È giovane, appena 38 anni, e viene dalla società civile: prima di diventare sindaco, infatti, faceva il promotore finanziario. E le prime esperienze in politica ha voluto farle all'interno di liste civiche. Federico Borgna, neosindaco di Cuneo eletto a maggio nelle fila dell'Udc, incarna molto bene quell'esigenza di rinnovamento che da qualche tempo si respira in politica a livello amministrativo. E la sua ascesa al comune, avvenuta con una maggioranza del 36%, ha segnato un ulteriore cambiamento: Borgna è infatti il primo sindaco non vedente eletto in un capoluogo di provincia. Anche se, ci tiene a sottolineare, ha avuto degli ottimi precursori in comuni più piccoli: "Qui in Piemonte - chiarisce - c'è Donatella Operti, sindaco di San'Albano Stura. E prima ancora, in Abruzzo, c'è stato Rocco Velli, che per due mandati è stato sindaco di un comune in provincia di Chieti ed è Presidente regionale dell'Unione italiana ciechi". Un incarico, questo, che è ricoperto dallo stesso Borgna, presidente piemontese dell'Uic. "In realtà - spiega - sono dimissionario: sto solo aspettando che venga eletto il nuovo presidente. Ma proprio l' esperienza nel mondo dell'associazionismo mi ha dato la spinta ad entrare in politica: durante il lavoro con l'Unione ciechi, qualche anno fa, ho maturato la convinzione che fosse importante cercare di fare qualcosa non solo per un gruppo definito di persone, come può essere il mondo della disabilità, ma per l'intera collettività. Credo, comunque, che sia importante dare una definizione di ciò che si intende con ‘fare politica': per me significa fare qualcosa per gli altri. Da questo punto di vista ho sempre fatto politica: come rappresentante di classe e di istituto al liceo, prima ancora che con l'Uic".
Fino ad arrivare alla prima esperienza nella pubblica amministrazione: nel 2009 Borgna è assessore al Bilancio e alle politiche sociali a Bernezzo, il suo comune d'origine, 4 mila abitanti e 15 chilometri di distanza da Cuneo: "Poco dopo, Mercedes Bresso, all'epoca governatrice, che avevo conosciuto lavorando con l'Unione ciechi, mi chiese di candidarmi alle elezioni regionali. Accettai a due condizioni: la prima era di candidarmi in una lista civica che l'avrebbe appoggiata; la seconda era di poter scrivere personalmente la parte di programma che riguardava il mondo della disabilità. Lei accettò, e io scrissi il programma nell'unico modo in cui sono capace di far politica: confrontandomi direttamente con le associazioni e con i diretti interessati".
Un tema , questo, che è sempre stato al centro dell'attività di Borgna. Non sono molti, in effetti, i rappresentanti del mondo della disabilità nelle aule della politica: viene da chiedersi se sia quest'ultima a non volerli o, piuttosto, il contrario. "Questa - prosegue - è una questione che io ho sollevato spesso nelle assemblee nazionali dell'Uic, perché riguarda non solo il mondo della politica, ma soprattutto quello dell'associazionismo. La verità, come al solito, credo stia proprio nel mezzo. Oggi, il mondo della disabilità deve necessariamente ‘ sporcarsi le mani' con la politica: smettere cioè di essergli solo collaterale, iniziando a metterci la faccia. Questo è un passaggio obbligato se vogliamo che si verifichi un cambiamento culturale. In tutta onestà, nessuno mi ha mai detto o lasciato intendere che avrei dovuto restar fuori dalla vita politica per via della mia condizione. Certo, serve comunque del coraggio. Per un disabile, candidarsi a una carica pubblica significa accollarsi un rischio culturale oltre che politico. Spesso gli oppositori faranno leva proprio sull' handicap per sottolineare una presunta incapacità a governare: e a quel punto ci si deve accollare, per forza di cose, la responsabilità di dimostrare il contrario. In definitiva credo sia proprio il coraggio quello che serve al nostro paese, sia da parte della politica che dell'associazionismo".
Come sindaco, Borgna dovrà fare i conti con le restrizioni imposte dalla Spending review, che in molti comuni hanno già colpito la spesa sul welfare. Come, ad esempio, a Torino, dove i tagli ai trasporti per i disabili hanno provocato un'aspra polemica tra comune e associazioni " Purtroppo - chiarisce - la spesa pubblica oggi va oggettivamente riorganizzata e credo che anche i disabili debbano sforzarsi di capire che è finito il tempo del ‘tutto gratis, tutto dovuto'. Ma prima del welfare ci sono molte altre voci di spesa che andrebbero tagliate. Per quanto mi riguarda, almeno per quest'anno, spero di riuscire a mantenere invariati i servizi. Girano voci apocalittiche sui tagli che arriveranno l'anno prossimo agli enti locali, quindi non so dire cosa accadrà: certo, in caso venga confermato il taglio di 2 milioni e mezzo di euro al comune di Cuneo, non so come faremo a far quadrare i conti. Ma ci porremo il problema quando avremo dei dati certi".
E per quanto riguarda la questione dei falsi invalidi, finita sempre più spesso al centro delle cronache? "Credo innanzitutto che sia corretto parlare di ‘false attestazioni di invalidità' più che di ‘falsi invalidi'. Il falso cieco, come il falso invalido non si sono autocertificati: c'è una commissione medica che li ha certificati e ha, quantomeno, fatto male il suo lavoro. Detto questo, la lotta a questo fenomeno deve essere uno sforzo collettivo, anziché riguardare soltanto l'Inps e la Guardia di finanza. Il ché, però, è molto diverso dalla caccia alle streghe iniziata un anno e mezzo fa, che è stata un mero fenomeno mediatico. Credo sia stata fatta molta demagogia: come presidente dell'Uic mi è successo di avere dei soci assolutamente ciechi che lo scorso inverno non hanno voluto spalare la neve per paura di venire denunciati o bollati come truffatori. Quando viene individuato qualcuno, spesso lo si sbatte sui giornali prima ancora di aver fatto i reali accertamenti del caso. Ma esistono tante forme di cecità: un cieco, ad esempio, può riuscire a leggere ma non ad andare in giro autonomamente. I truffatori - conclude -vanno certamente puniti, ma bisogna stare molto attenti a non demonizzare, perché si finisce per mettere in moto meccanismi pericolosi, che alla fine danneggiano tutti" .

fonte:http://www.superabile.it/

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