Nuovo blog

Presto il blog si trasferirà all'indirizzo disabilitasenzabarriere.it. Puoi già visitare il sito e inviarci la tua e-mail. La useremo soltanto per informarti quando il blog sarà attivo.
Un saluto!
Ilaria

martedì 16 ottobre 2012

Com'è l'amore tra due sordomuti?

MILANO - Incontra ostacoli anche nella sfera affettiva chi ha una disabilità, come se non avesse diritto a innamorarsi. Pregiudizi diffusi anche tra i familiari, come evidenzia il film «170 hz», premiato al Giffoni Film Festival. La pellicola, che racconta la storia d’amore tra due ragazzi sordomuti, ha vinto il «Premio Cial per l’Ambiente», istituito nel 2005 con il patrocinio del ministero dell'Ambiente e giunto alla sua ottava edizione. Il film, diretto dal regista olandese Joost van Ginkel, al suo primo lungometraggio, era in concorso nella categoria generator + 16 (giurati dai 16 ai 18 anni).
LA TRAMA - Un amore tra non chi ha voce né suoni quello tra il diciannovenne Nick (interpretato dall’attore Michael Muller) e la sedicenne Evy (l’attrice Gaite Jansen), contrastato dal padre di lei che si oppone alla relazione quando scopre che anche il ragazzo è sordomuto. Ma i due ragazzi si ribellano e decidono di fuggire da tutto e tutti, trovando rifugio nel relitto di un vecchio sottomarino sovietico. Nell'isolamento del loro silenzio riescono a comunicare con spontaneità le loro emozioni attraverso gli sguardi e il tatto.
CONTRO I PREGIUDIZI - I ragazzi della giuria hanno scelto di assegnare a «170 Hz» il Premio Ambiente «per la poeticità e il coraggio con cui viene affrontato il rapporto tra un giovane e travagliato amore e la natura che protegge e rende liberi». Il sentimento incondizionato tra i due adolescenti , fatto di silenzi e gesti, li rende protagonisti di un mondo esclusivo e isolato dai pregiudizi, grazie anche all’“aiuto” della natura.
ACQUA, CATARSI DEI SENTIMENTI - Si legge infatti nella motivazione del premio: «Per contrastare i giudizi dei loro genitori, decisi a separarli negando loro la possibilità di vivere questo amore di per sé già complicato e “diverso”, i due ragazzi decidono di rifugiarsi in un sottomarino abbandonato, chiuso agli occhi del mondo esterno. Questa grande scatola di metallo sarà per loro il nido dove essere se stessi e conoscersi profondamente, anche attraverso l'elemento naturale dell'acqua, vera catarsi dei loro sentimenti».

fonte:http://www.corriere.it/

Nessun commento:

Posta un commento