La squadra di “Tutti sott'acqua” è composta quasi interamente da volontari. Gli allievi hanno la sindrome di down, oppure sono ciechi o autistici o altre disabilità ancora. Ai corsi sono ammessi tutti, e ognuno viene seguito personalmente da qualcuno dei volontari, ma se avete in mente il volontario triste con la lacrimuccia all'occhio e pervaso da un senso di sofferenza perché “dai disabili bisogna farsi vedere tristi perché loro sono sfortunati e sono SICURAMENTE tristi”, scordatevelo. Qui si ride e le paturnie si lasciano nel sacco dei pregiudizi, ben piantato dentro il cassonetto della spazzatura.
Con questo gruppo di insegnanti i ragazzi imparano a diventare sub. Non tutti imparano alla stessa maniera perché non tutti siamo uguali, questo è ovvio. “Non c'è una sola disabilità uguale all'altra” ci ricordano Giulia e Lara, le due psicologhe “perché la verità è che non c'è una sola persona uguale all'altra”.
Il progetto, che ha appena iniziato il suo secondo anno di vita, sta funzionando bene. Ragazzi che avevano paura ad entrare in acqua ora nuotano indossando tranquillamente maschera e boccaglio. E ragazzi che già nuotavano ora sono in grado di mettere la muta e le bombole e andare sott'acqua. “Tutti sott'acqua”, appunto. Nel video troverete le prove di questa affermazione. E un po' di più.
Trovate il video qui:http://youmedia.fanpage.it/
fonte:http://www.fanpage.it/
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