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Ilaria

lunedì 22 ottobre 2012

«Sesso e disabili Un film per combattere i tabù»


LONDRA - «Nel nostro film The Sessions ci sono un poliomelitico, una terapista del sesso (assunta per fargli perdere la verginità con sei lezioni pratiche) e un sacerdote che consiglia al disabile di assecondare i desideri più intimi. Eppure nessuno ha gridato allo scandalo in un'America puritana sempre pronta a mettere veti» dicono i protagonisti Helen Hunt e John Hawkes.
Sullo schermo si narra la vera storia di Mark O'Brien, morto nel 1999, poeta e scrittore, costretto spesso a vivere dentro un tubo d'acciaio, ardente cattolico. Un giorno, nella San Francisco della liberazione sessuale anni Settanta, decide di usufruire dei servizi di una donna «che non era una prostituta, ma svolgeva il lavoro di assistente sessuale», spiega Helen. Racconta: «Ho conosciuto la vera protagonista, Cheryl Cohen Greene, sposata e con figli sin da quando a 42 anni lavorò con Mark. Una donna straordinaria, come altre, che in seguito hanno amato lo scrittore».
Ogni anno agli Oscar c'è un piccolo film indipendente che spesso batte i kolossal e quest'anno potrebbe toccare a The Sessions , scoperto al Sundance 2012, ripreso dal Festival di Toronto dove è stato subito acquistato per il mondo dalla 20th Century Fox, che ora lo lancia al Festival di Londra e sugli schermi Usa, in attesa di distribuirlo a breve in Italia.
Helen Hunt (ex attrice bambina, che dopo tanto cinema e l'Oscar per Qualcosa è cambiato aveva scelto di tornare al teatro) è a Londra per il lancio del film, con Hawkes e il regista Ben Lewin, che ha sempre lavorato pur essendo segnato dalla poliomelite.
Dice l'attrice: «Mancavano i soldi, nessuno credeva a questo progetto ma la pubblicazione postuma di un articolo di Mark O'Brien, «On seeing a sex surrogate», scatenò vivaci reazioni in Usa da parte di associazioni per la tutela dei disabili, commosse milioni di persone e fece conoscere la vitalità e altre opere di Mark. Sì, nel film accade che Cheryl si innamori di quell'uomo menomato nel corpo ma non nello spirito. The Sessions rompe molte regole, eppure alle anteprime-test in diversi istituti scolastici superiori, considerato il visto Restricted , le reazioni sono state positive».
«Mark - spiega John Hawkes - lavorava come scrittore ed editor di un giornale a San Francisco quando a 38 anni decise, parlando con il suo sacerdote, di vivere in pieno anche la sua vita sessuale». Il tema sta sollevando discussioni negli Usa, a Londra tutte le proiezioni per il pubblico sono state «sold out» e The Times ha scritto: «Un serio dibattito comincia ora».
«Nessuna scena di nudo - dice Helen - mi ha mai imbarazzata. Il problema del sesso per i disabili è un tabù solo per chi ha remore psicologiche. Bisogna, invece, educare anche i giovani a parlarne. Inoltre, il film, con la sua ambientazione tra Boston, dove era cresciuto Mark, e Berkeley e San Francisco dove lavorò in seguito, affronta le teorie dei sessuologi William Masters e Virginia Johnson». Il libro della terapista Cheryl Cohen Greene intitolato «An intimate life» ha contribuito ad allargar il dibattito. «E guai a chi mi definisce una prostituta» ha escritto l'autrice. Una cosa è certa: The Sessions è un tipico film da Academy e sarà interessante vedere il responso di chi vota per gli Oscar.

fonte:http://www.corriere.it/

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