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Ilaria

giovedì 11 ottobre 2012

Lucia e lo snowboard

Il mio incontro con lo sci è capitato quasi per caso, visto che non sono mai sta una persona particolarmente sportiva e che, a parte qualche rara occasione, non mi sono mai avvicinata allo sport per disabili.
Quando i miei amici mi hanno detto che stavano organizzando un week end sulla neve ho pensato: “perché no? Mi godo un bel panorama e prendo un po’ di sole”. La cosa è in realtà andata ben oltre alla mia prospettiva di oziare su una sdraio, perché i miei amici hanno scovato questo sito: http://www.antennehandicap.it/ dove si parla della possibilità per i disabili non solo di sciare, ma anche di fare snowboard.
Detto fatto, mi munisco dell’attrezzatura necessaria e parto per Courmayeur.
La prima nota positiva è che lo skypass per me e per un accompagnatore è a metà prezzo, cosa che sicuramente non dispiace. Non ho avuto problemi a salire sulla funivia con la carrozzina, e anche arrivata sulla neve sono riuscita a spostarmi abbastanza agevolmente con l’aiuto di un paio di amici, pur non avendo nessun tipo di attrezzatura specifica.
Ho provato inizialmente gli sci, che per me purtroppo non vanno bene perché gli scarponi molto rigidi bloccano il piede a 90° ed è decisamente doloroso per me che ho dei problemi di retrazione muscolare.
Ho provato allora a buttarmi sullo snowboard, che inizialmente avevo scartato perché a prima vista sembrava molto più “adattato” degli sci e io volevo provare un’esperienza il più “normale” possibile. Mai prima impressione è stata così sbagliata! E’ vero che ci sono più sostegni, ma, proprio grazie a questi, la libertà di muoversi e gestire lo snowboard è massima e la fatica molto ridotta.
Risolto il problema scarponi (quelli per lo snowboard sono più morbidi e lasciano più libertà al piede) mi sono lanciata sulla neve, scorendo che è veramente fantastico! Rispetto agli sci c’è molta più possibilità di movimento, e per chi è abituato a stare fermo per la maggior parte del tempo è bellissimo poter usare il corpo quasi giocando, spostando il peso avanti e indietro per trovare l’equilibrio perfetto e l’inclinazione giusta per fare le curva, rallentare o aumentare la velocità.
La fatica c’è, è innegabile, ma ne vale decisamente la pena!
Mi è piaciuto molto lo spirito dell’iniziativa, che ho scoperto chiaccherando un po’ con alcuni istruttori: non il fare attività strettamente per disabili (che per me equivale di fatto a ghettizzare la categoria), ma far si che lo sport possa essere davvero per tutti, mettendo insieme disabili e non.
Mi ha colpito il racconto di com’è nato Il BASS (Borney Adapted Snowboard System), lo uno snowboard che consente alle persone con disabilità, anche con gravi limitazioni funzionali (tetraparesi spastica, emiplegia, atassia, ecc.) di praticare lo snowboard in stazione eretta con l’aiuto di un maestro: una ragazza disabile che già andava sugli sci adattati un giorno ha detto al maestro che avrebbe desiderato poter fare anche snowboard e, sebbene inizialmente sembrasse una pazzia, con un po’ di ingegno sono riusciti a costruire questo snowboard adattato.
Per me è la dimostrazione che nulla è impossibile, che se qualcuno è disposto a prenderti sul serio, non pensando solo “è disabile, non lo può fare”, si può arrivare anche più lontano di quel che si sarebbe potuto immaginare.
E’ stata un’esperienza veramente bella, mi ha fatto capire che spesso le barriere le creiamo anche noi stessi, e che vale sempre la pena andare oltre e buttarsi per scoprire che nuove esperienze ci attendano dietro l’angolo.
E ora.. aspetto solo il prossimo inverno per tornare a fare snowboard!
Per chi volesse farsi un’idea più concreta di come funzioni qui c’è il video che mi ritrae all’opera:



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