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Ilaria

lunedì 29 ottobre 2012

Bologna, l'allenatore di basket Calamai: "Bello lavorare con la diversità"

Parla l'ex giocatore che da anni con l'Associazione Basket Handicap è alla guida di progetti di sport per ragazzi disabili. "Si concretizza finalmente il sogno di veder giocare ragazzi speciali accanto ai cosiddetti normali"
Calamai insieme ai suoi atleti BOLOGNA - Marco Calamai, prima come giocatore, poi come allenatore, è stato un nome importante del basket italiano. Dal 1995, lasciata l'attività agonistica, si è dedicato a progetti sportivi rivolti a ragazzi affetti da disabilità psichica. L'idea, nel corso degli anni, è poi maturata fino ad arrivare a Bologna, dove con il contributo della Polisportiva Lame, del Quartiere Navile e dell'Asl ha creato il progetto "Mi passo a te e faccio canestro", un'attività di basket che vede ragazzi normodotati giocare nella stessa squadra con quelli che Calamai chiama "i miei ragazzi speciali". "Questo progetto rappresenta il frutto più maturo della mia esperienza - dice Calamai - un sogno che finalmente si concretizza, quello di vedere questi ragazzi giocare in una squadra normale, come tutti i loro coetanei. Ci siamo riusciti, ed è un progetto partito da lontano, il cui vero zoccolo duro è rappresentato dai genitori, famiglie incredibili che credono sul serio che si possa fare qualcosa per i loro figli".
L'iniziativa va avanti già da 5 anni, e da 3 gode del contributo del Quartiere Navile. Attraverso queste attività, bambini e ragazzi, con difficoltà grandi e piccole, giocano per potenziare le proprie autonomie, governare al meglio le proprie emozioni, rinforzare la propria autostima, prolungare i tempi di attenzione e rinforzare le proprie competenze sociali con coetanei e adulti. Ma senza il sostegno delle famiglie, coinvolte attraverso una disponibilità mirata all'ascolto e al sostegno, niente di tutto questo sarebbe possibile. "Ho conosciuto delle realtà splendide - continua Calamai - Credo che questa sia un'importante iniziativa di salute e prevenzione, ed è bellissimo lavorare con ragazzi di etnie e valori diversi e vederli comunicare attraverso il pallone. Ciò dà la connotazione di cosa sia il Quartiere Navile in termini di tolleranza e integrazione e fa capire come, con gli strumenti giusti, si possano dare risposte davvero importanti".
L'attività presenta le caratteristiche classiche del gioco del basket, adattate e modificate in base alle caratteristiche dei bambini e dei ragazzi che vi partecipano. "Abbiamo a nostra disposizione uno psicologo dello sport - dice Calamai - e uno dei nostri operatori è disabile; capisce le difficoltà e sa porsi nel modo giusto con i ragazzi. Anche grazie agli operatori Asl e ad alcuni scout ci è possibile allenare circa 35 ragazzi, divisi in due turni. Il progetto è rivolto ai minori, ma fondamentalmente è aperto a tutti, con qualche piccolo privilegio per i bambini residenti nel quartiere. Ci sono voluti anni per creare una realtà così ben strutturata, e anche quando ce n'è stato bisogno, è stato difficile fermarsi a riflettere, perché i genitori continuavano a cercarci e chiederci con forza di riprendere".
Gli adulti, educatori e istruttori, hanno quindi l'occasione di incontrare, conoscere e riconoscere talenti e risorse degli allievi piuttosto che i limiti dati dalla loro diversità, abbattendo stereotipi purtroppo ancora molto radicati. "Invito tutti a venirci a trovare per vedere di persona il nostro lavoro tutti i venerdì, dalle ore 15 alle 17, presso la sede della Polisportiva Lame in via Vasco da Gama - conclude Calamai - sono molto felice che enti pubblici come Asl, Comune di Bologna e Quartiere Navile sposino dei principi che sento miei da molto tempo. È la dimostrazione che la passione fa sempre la differenza".

fonte:http://www.superabile.it/

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