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Ilaria

sabato 24 novembre 2012

AMARE UN DISABILE? NO, AMARE E BASTA


Un amore nato in chat. Come tanti altri, si potrebbe obiettare.
Ma una testimonianza fa un effetto completamente diverso rispetto al "sentito dire".
Non possono non toccarci il cuore le parole sincere di Simona, da dieci anni affetta da atassia cerebellare: la spontaneità con la quale ci racconta le sensazioni provate quando si trovava davanti alla chat, le emozioni della prima telefonata, il disagio e la paura del primo incontro e la gioia del lieto fine.
Una bella risposta al pessimismo che traspare dal risultato del sondaggio partito la scorsa settimana: "Perché l'82% degli uomini e il 75% delle donne disabili sono single?".
"Perché la relazione con un disabile fa paura" è stata la risposta più gettonata. 
Simona e Ciro ci dimostrano che quella paura si, c'era, ma prima dell'incontro; poi si sono visti, si sono soprattutto conosciuti, e la preoccupazione è stata immediatamente vinta dall'amore.

"Sono Simona una ragazza di 27 anni, affetta da Atassia Cerebellare da quasi dieci anni.
Da un anno e sei mesi sono fidanzata con un ragazzo Ciro, di 28 anni, anche lui della mia stessa città, Palermo.
La nostra storia è cominciata una fatidica sera del 12 ottobre del 2002 mediante una chat, C6.
Non credevo alle storie che potessero sorgere mediante chat, ma, dopo tutto ciò che è capitato a noi mi sono fortemente ricreduta.
Abbiamo cominciato la digitazione con le solite domande, cioè come ti chiami, quanti anni hai, cosa fai nella vita. A tale domanda, non ho esitato a rispondere che con la massima sincerità ed onestà. Oltre a svariate cose che ho elencato ho anche detto: '
Faccio fisioterapia in quanto sono disabile'.
Sinceramente, pensavo che da tale mia risposta sarebbe scappato come altri, invece no.
E fu proprio tale comportamento che mi ha spinta a continuare la nostra conoscenza via pc.
Ogni giorno ovunque ero, non attendevo altro che arrivasse la sera per entrare in chat e chattare con lui.
Volta dopo volta che chattavo, mi sentivo strana ma, non capivo cosa mi stesse accadendo, capivo solo che volevo stare a chattare con quel ragazzo che mi aveva attratto.
Dopo varie sere trascorse davanti il pc ci siamo scambiati i numeri del cellulare.
Dopo pochissimi minuti che è avvenuto tale scambio, mi ha telefonato: non posso descrivervi bene il mio stato d'animo, perchè era un misto fra gioia, tensione, voglia di sentire la sua voce ma, non nascondo, tantissima preoccupazione di fargli sentire la mia.
Da questa telefonata io non ho dormito tutta la notte, fantasticavo, ma, poi mi sono detta:
'Simona, resta con i piedi per terra, ancora è solo una conoscenza e non sai se resterà tale'.
Da allora non facevo altro che guardare il mio cellulare e sperare che mi squillasse e che a chiamarmi fosse solo lui e nessun altro.
Ogni volta che mi telefonava ero sempre più emozionata, ma, molto, molto contenta.
Dopo tante altre chattate decidemmo che il 30/12/2002 avvenisse il nostro incontro.
Il pomeriggio prima dell'incontro ero super contenta, ma, il momento che mi ha citofonato per scendere mi è venuto un forte tremore tra la testa e la schiena, tremore che mi spunta ogni qual volta che sono in tensione, in ansia, nervosa, allegra o triste.
Ciò che posso dirvi e che come prima volta che ci conoscevamo personalmente, non volevo che mi vedesse col tremore.
Ma sapete bene che questi eventi non si possono pilotare.
Non appena mi ha visto in questo stato, anche se non ci conoscevamo, dalla sua faccia si è capito benissimo, che era confuso e in imbarazzo.
In macchina, disse pochissime parole, perchè frenato dalla forte timidezza che lo avvolge.
Posso dire che da queste poche parole, capii che era molto profondo, buono e rispettoso; infatti dato il suo dolce comportamento mi sono sentita trattata bene e messa a proprio agio, quindi ho smesso di tremare.
Ed io, che sono anche timida, ma, con una timidezza diversa dalla sua, ho cominciato a parlare di me, a fargli domande, in poche parole sono riuscita ad istaurare un ottimo dialogo con lui.
Sul finire della serata, mi ha detto:
'In chat mi hai scritto che ami le orchidee e che mai nessuno dei tuoi amici o dei tuoi ex ragazzi ti ha mai regalato un fiore. Siccome VOGLIO distinguermi, eccoti un mio pensiero'.
Dalla forte emozione non riuscivo a tenere in mano il pacchetto: perchè c'erano le mie amate, adorate, Orchidee, perchè era un gesto che nessuno aveva mai fatto nei miei confronti, perchè... non riesco ancora oggi a descrivere ciò che ho pensato e l'assalto d'emozioni da cui sono stata assalita.
Ritornata a casa sono stata tutta la notte a guardarle e a pensarlo.
Da allora uscimmo ogni sera insieme per conoscerci sempre meglio.
Dopo circa quindici giorni, precisamente il 13/01/2003 ci fidanzammo e da lì nacque il nostro forte, intenso e felice amore, ostacolato parecchio, parecchio dai suoi.
Si, la nostra splendida storia continua, ovviamente come tutte le coppie abbiamo anche noi  alti e bassi, ma per fortuna siamo sempre riusciti a superarli ottimamente.
Le nostre liti non sono mai per incomprensioni fra noi, ma per tutti gli ostacoli che abbiamo.
Come ho scritto in precedenza è una storia fantastica, molto intensa, ci amiamo tantissimo ma, tutti questi ostacoli fanno si che uno dei due o entrambi un giorno possiamo stancarci e magari arrivare a conclusioni drastiche che non vogliamo assolutamente.
L'unica e la più importante cosa è che lui continua a dirmi:
'Non ti lascerò mai, per me sei una persona splendida, ti amo alla follia'.
Anche per me è così, ma sentire dire sempre è 'disabile, lasciala, non sai che futuro ti aspetta', ed altre cose; non è per nulla facile da digerire, scoraggia, amareggia, rattrista ed in più è come se ti stessero aumentando l'handicap.
Non comprendo minimamente perché, se la vita è stata amara, disgraziata, sfortunata, una volta, perchè deve continuarlo ad essere. 


fonte:http://www.disabili.com/

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