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Ilaria

domenica 11 novembre 2012

Le disavventure di un disabile ai Musei Vaticani


Per i turisti di mezzo mondo, si sa, la Cappella Sistina e i Musei Vaticani sono una tappa obbligata. Che però si trasforma in un vero e proprio percorso ad ostacoli per le persone con disabilità. Vi avverto, cari lettori di West, che questa volta il mio racconto ha dell’incredibile.
Le disavventure di un disabile ai Musei VaticaniA parte la lunghissima coda per gli innumerevoli turisti, i passeggiatori su carrozzina hanno un vantaggio: saltare la fila! Altra agevolazione è quella di non pagare il biglietto d’entrata né per il disabile né per l’accompagnatore. Ma è proprio dall’istante in cui sei dentro il museo, che inizia l’avventura e non è tutto cosi’ piacevole. Una cortese guardia ti avvisa che c’è l’ascensore per salire ai piani superiori e così, inizia la ricerca dei cartelli con il simbolo specifico. Una volta trovato si entra e si arriva al primo piano. Da notare che in tutto il museo c’è un unico ascensore, ciò significa che per attraversare i piani si deve seguire il senso di visita collettivo, ma poi, per poter continuare la visita, si deve fare dietrofront e ritornare allo stesso punto di partenza andando in controsenso e cercando di non scontrarsi con la folla di turisti. Un po’ tutta la visita del Museo è definita da questa regola. Che sembra apparentemente non provocare nessun danno. E, invece, andare in senso differente rispetto a quello della folla, che guarda con gli occhi in aria per vedere le opere e l’architettura, non è un molto rilassante né tanto meno sicuro. Andare con un solo accompagnatore non sembra bastare, diventa difficile poter muoversi in tranquillità, poiché la possibilità che qualcuno ti venga addosso e molto frequente. Prendendo atto di questo, comunque, si arriva alle note Stanze di Raffaello. Anche qui ovviamente si giunge all’ultima stanza da visitare, ma che per noi amici rivoluzionari, sarà la prima. Che affreschi meravigliosi, la storia della Filosofia, della Chiesa, della Poesia e della Giustizia è dipinta con maestria da mozzare il fiato.
Così dopo aver visto le Stanze, ci si avvia alla Cappella Sistina. Pochissime indicazioni di tragitto per i disabili sono visibili e l’unica cosa consigliata è chiedere continuamente alle guardie presenti. Le quali ti indicano a voce il percorso da fare, senza quasi mai accompagnarti direttamente. Sorvolando, però, sul poco aiuto del personale si arriva all’ascensore. Un altro particolare è che l’ascensore deve essere chiamato da una guardia, per cui quando si è lì si deve suonare il campanello e qualcuno arriva…Eccolo! Un ragazzo del personale è li e ci accompagna  verso l’opera del Buonarroti. Dopo brevi chiacchiere sterili da ascensore scappa un appunto per la difficoltà e la mancanza di chiarezza per il disable-tour. E l’unica cosa che la guardia sa rispondere è che si deve ringraziare già per il fatto che almeno c’è un ascensore per chi è disabile. (brividi di freddo!).
Finalmente si arriva alla Cappella Sistina e si puo’ ammirare la sua grandiosità e la sua sontuosità, che tutte le indelicatezze ti fa dimenticare. Il Museo, però, non ha solo queste due meraviglie da mostrare,ma è composto dalla dimora Borgia e da una parte espositiva di quadri d’arte contemporanea a cui però non si arriva. Una rampetta di scale diviene la barriera architettonica difficile da superare. Decidiamo in ultimo di andare a passeggiare nel cortile dei Musei,chiamato anche il Cortile della Pigna, a cui  si può accedere tramite ascensore. L’orario è quasi quello di chiusura, ma non ci preoccupiamo perché il buon senso si spera appartenere alle persone. Avvisiamo una guardia che siamo fuori a bere un caffè e al nostro ritorno una sorpresa ci attende! La guardia non c’è più e l’ascensore è stato chiuso. Il gesto non ha parole, l’unica giustificazione potrebbe essere la mancanza di abitudine nel sapere scorgere le differenze e le diverse esigenze.
All’interno della Città del Vaticano si spera che ci sia più attenzione alla presenza dell’Altro e alle difficoltà. Molti turisti sono passati di qui e molti passeranno. Recentemente è addirittura stato pensato di organizzare le visite a numero chiuso per questo gioiello. Ma a che cosa serve la cultura se ne manca la parte sociale? A cosa serve avere ricchezze infinite se non si fa nulla per far accedere tutti a questa prelibatezza? E’ sicuramente vero che in un Palazzo così antico i lavori per renderlo accessibile siano molti complicati, ma almeno sforziamoci di provare.

fonte:http://www.west-info.eu/it/

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