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Ilaria

giovedì 15 novembre 2012

Verso la conclusione il primo corso per disabili visivi su piattaforma Apple

Volge a conclusione il primo corso d’informatica per disabili visivi su tecnologia Apple, organizzato dalla sezione modenese dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con il finanziamento del locale Rotary Club. Si tratta di un progetto pionieristico sotto molti punti di vista che sta mostrando tutte le sue potenzialità.
Questa prima edizione, alla quale ne seguiranno altre, è stata condotta su un gruppo ristretto di allievi guidati da Vainer Broccoli, non vedente esperto di nuove tecnologie e in particolare della tecnologia assistiva di casa Apple.
Ad accogliere la proposta formativa lanciata da Ivan Galiotto, neopresidente Uic Modena, sono stati a decine, soprattutto giovani, provenienti anche da fuori regione. “Il mercato del lavoro sta diventando molto competitivo e a noi disabili non resta che cercare la migliore soluzione per ridurre il nostro handicap e risultare più produttivi” ci spiegano gli allievi del corso. “Non possiamo accontentarci di utilizzare un solo sistema operativo, benché sia il più diffuso perchè siamo chiamati ad essere flessibili e pronti ad ogni sfida”. E qualcuno aggiunge: “E’ una questione di comodità, di intuitività e anche di estetica… La bellezza porta lontano ed è molto importante, quando si lavora sodo, quando ci si presenta agli altri sia in ambito privato che professionale…”.
E se l’informatica è un punto imprescindibile della crescita professionale, sembra che la tecnologia della Mela offra chances davvero preziose in fatto di accessibilità, nonostante la perfezione non sia certo raggiunta.
E’ una rivoluzione copernicana: se fino ad oggi era il disabile a doversi adattare alla tecnologia, applicando software specifici al sistema operativo di casa Microsoft, inseguendo gli aggiornamenti dei programmi e precari equilibri di compatibilità, nel mondo Mac si capovolge la situazione. “quando acquistiamo un I-Phone o un Mac-Book – spiega Galiotto – noi siamo clienti come gli altri. Basta un tocco e il nostro smart-phone legge a voce quel che gli altri vedono a schermo, mentre una combinazione di tasti trasforma il computer ‘standard’ in un oggetto per noi completamente fruibile. Questo significa – aggiunge – che tra la tecnologia per tutti e quella per i disabili non c’è distanza, ma continuità e condivisione”. Concorda il docente del corso: “E’ un cambio di prospettiva – spiega – che non ha a che fare solo con le tecnologie ma che insegna qualcosa in fatto di inclusione sociale: non importa se sei ‘normodotato’, cieco, sordo o con disabilità motoria… Le tecnologie Mac con il loro “Accesso Universale nascono accessibili a tutti. E se non è beneficenza, ma semplice operazione di mercato, stavolta il salto è lampante”.
Le lezioni vengono condotte dal docente che segue passo passo gli allievi nell’apprendimento delle tecniche con cui si può utilizzare il computer con tastiera e output vocale, in un’attività formativa che altro non è se non una trasmissione di know how tra chi condivide situazioni e sfide simili. “E’ importante che ad insegnare sia una persona che codivide la nostra stessa situazione e che soprattutto ha maturato la propria esperienza nonostante e forse grazie al proprio deficit visivo. E’ come parlare la stessa lingua e condividere buone strategie per risolvere i problemi”.

fonte:http://www.sassuolo2000.it/

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