Una donna disabile di
Londra
ha vinto una causa contro l’azienda
di abbigliamento Abercrombie
and Fitch.
Riam Dean ha una protesi al braccio,
ed è stata “sminuita ”
perché non
incontra la politica di immagine del negozio.
Per la donna
21enne £ 8.000
di rimborso perché l’Abercrombie
and Fitch non ha
rispettato il diritto
del lavoro. Il tribunale di Londra non
ha ritenuto
colpevole A & F di discriminazione,ma di molestie illegali
per la
disabilità della ragazza.
Riam è nata senza l’avambraccio sinistro e
quando la società ha scoperto
la sua disabilità ha convenuto che avrebbe
dovuto indossare un golf per
coprire il punto di funzioni tra la
protesi nella parte superiore del suo braccio.
Riam Dean era stata
assunta per lavorare con pubblico e poi è stata spostata
in magazzino.
La giuria ha riconosciuto alla ragazza che il comportamento dei datori
di lavoro l’ha
fatta sentire “umiliata” e ha leso la sua fiducia in se
stessa, stabilendo che
era stata licenziata ingiustamente e
perseguitata, ma non ha riconosciuto
alcuna discriminazione. La Dean ha
cercato di dimostrare che la politica di
immagine del negozio consiste
nell’assumere solo dipendenti giovani e belli,
per sfruttare palesemente
l’attrazione sessuale per vendere i vestiti. La A & F
afferma che
la politica da rispettare per tutti i suoi dipendenti per quanto
riguarda l’immagine è di ispirarsi ad un look naturale in classico stile
americano.
In un manuale della lunghezza di 40 e più pagine l’azienda
descrive
minuziosamente come ogni dipendente dovrebbe presentarsi, ad
esempio
sfoggiando “taglio di capelli classico” e unghie “non più di un
quarto di pollice
più della punta del dito”.
I dipendenti sono invitati a
“presentarsi benissimo mentre esprimono la propria
individualità”. Ma
la Dean ha sostenuto la violazione della propria dignità e il
tribunale
le ha dato parzialmente ragione, stabilendo che la ditta non ha
rispettato
l’obbligo di adattarsi ragionevolmente alla disabilità della
ragazza. La madre della
Dean si è dichiarata contenta del risultato del
processo, mentre Riam appena
dopo l’arrivo della sentenza ha commentato:
“Non ho mai lasciato che la mia
disabilità mi avvantaggiasse per vivere una vita soddisfacente.
Non voglio un trattamento speciale.”
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