Quante volte avrai pensato perché tra tutti i papà del mondo
te n’è capitato uno scassatello? Un padre un po’ così, un papà con le
ruote che non è riuscito ad accompagnarti in classe il primo giorno di
scuola. Che non riesce a portarti in spiaggia o sulla neve. E che i tuoi
compagni più piccoli prendono in giro. Sì un papà che non cammina e
che, nel suo profondo, si sente colpevole di non averti regalato quei
momenti che ognuno di noi porta indelebilmente con sè. Fosse stato anche
semplicemente insegnarti a fare una nuotata al lago…
Invidio un po’ quegli uomini che possono condividere con i figli
questi momenti. Ma fossi stato in piedi sarebbe cambiato veramente
qualcosa? Oppure le nevrosi, lo stress e i pensieri che accompagnano la
vita moderna mi avrebbero distratto da te? Avrei fatto come tanti,
troppi padri concentrati sulla Carriera, quella con la c maiuscola solo
nella mente di chi mette se stesso in cima all’elenco degli affetti?
Poi guardo i tuoi occhioni inquieti di ragazza, oramai di 15 anni, e
mi domando quali siano i tuoi pensieri, le tue aspettative e se tu possa
capire quanti sensi di colpa porto in cuore. Ricordo il primo incontro 8
anni fa quando giungesti dall’Ucraina per il tuo primo soggiorno
italiano. Uno scricciolo tutto pepe che si guardava intorno come chi tra
paura e curiosità cerca quelli che per qualche settimana sarebbero
stati i suoi genitori anche se solo per pochi mesi all’anno. Hai subito
messo le braccia al collo di mia moglie e per mano ti sei fatta condurre
da me che distavo dalla ressa. Guardinga ti sei fatta abbracciare. Non
mi hai mai detto cosa avevi pensato quel giorno, ma i tuoi occhi non li
dimentico.
C’è voluto tempo. Il tuo tempo per capire la mia fragilità. E ora
dopo tanto lavorio di avvicinamento ti perdo di nuovo. Non esiste il
libro delle istruzioni. Tanto meno oggi che hai quello sguardo assente e
trasognato tipico degli adolescenti. Le distanze si sono dilatate,
fatichiamo a capirci, cominci a ribellarti alle mie regole, ti chiudi in
te stessa e ti allontani da un mondo – il mio – che ti sta diventando
estraneo, per costruirti il tuo.
Ti ho visto crescere e – come tutti i genitori – ti sto vedendo
scappar via come una farfalla appena uscita dal bozzolo. Vorrei
allungare la mano per proteggerti dal mondo ma così facendo ti ferisco.
Ogni scelta sembra essere quella sbagliata. Nelle piccole cose come
nella grandi. Oggi per te esistono solo gli amici, la tv e internet. Il
tempo dei genitori è passato e io me lo sono perso. Passato in un
attimo.
Il tuo papà adottivo
Simone
fonte:http://invisibili.corriere.it/
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
Nuovo blog
Presto il blog si trasferirà all'indirizzo disabilitasenzabarriere.it. Puoi già visitare il sito e inviarci la tua e-mail. La useremo soltanto per informarti quando il blog sarà attivo.
Un saluto!
Ilaria
sabato 17 novembre 2012
Lettera a un’adolescente da un padre disabile
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