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Ilaria

venerdì 30 novembre 2012

La spesa a ostacoli della signora Bruna


PRATO. La speranza era che, una volta 
installato il servoscala condominiale,
 sarebbero iniziate tante
 passeggiate in quel di Maliseti, 
per andare a comprare
 il pane o la frutta o, perché no,
immagine news per la messa in piega dal
 parrucchiere. Normale 
quotidianità che tale dovrebbe
 essere anche per
 chi purtroppo ha perso l’uso degli
 arti inferiori. 
L’amara verità, purtroppo, è un’altra. 
E Bruna Toria, 
costretta su una carrozzina per colpa di 
una malattia
 complicatasi negli ultimi anni, l’ha sperimentata a sue
 spese. Alla voglia di tornare a vivere all’aperto è subentrato 
un avvilente senso di rinuncia. Dal gelataio, dal fioraio,
 dal macellaio o dalla parrucchiera, ovunque è un
 fiorire di barriere. «Culturali e mentali, prima che fisiche»,
 sottolinea la combattiva Bruna, da una vita residente 
a Maliseti. La parola “barriera” fa parte purtroppo del
 vocabolario dei disabili. E a Maliseti spetta indubbiamente 
una maglia nera. «Ma non è che in centro storico siano rose 
e fiori, anzi», lamenta Bruna. Nella frazione del quartiere 
Ovest su quasi una trentina di pubblici esercizi, tra servizi
 e attività commerciali, solo quattro sono accessibili per un 
cittadino in carrozzella. Una nostra inchiesta "on the road"
 ha testato gradini e scaloni dalle pendenze troppo elevate che rendono i 
negozi irraggiungibili. Ostacoli che la donna non certo si aspettava, quando 
decise un anno fa di far installare un servoscala, in modo da agevolare la sua
 discesa al piano terra della palazzina di via Grassi 
dove vive. «Vero, potrei mandare un parente o un amico a sbrigare le 
commissioni ma
 entrare in un negozio è un mio diritto». Spesso l’accessibilità ai locali va
 a farsi benedire. 
Come in via Caduti senza Croce, prima tappa del nostro shopping con la 
carrozzina: se non 
si sale sullo scalino, scordarsi della gelateria e dell’edicola (aperta da poco).
 Si gira all’angolo, 
si spunta sulla Montalese. Se si è disabili, diventa un’impresa riuscire a 
varcare la soglia della macelleria “Liboni” o del bar “Perugia”. Meno male 
che la farmacia, sul versante opposto, ha pensato bene di 
installare uno scivolo. Non ha avuto la stessa idea la parrucchiera al
 civico 357 (e il negozio “Roller Mania” accanto): con tutta la buona volontà,
 come fa una carrozzella a inerpicasi su due scalini? 
«Infatti la parrucchiera viene a farmi i capelli a casa», racconta Bruna. 
Procedendo poco 
più avanti, qualsiasi comune mortale rischierebbe la vita. Lungo un tratto 
della carreggiata,all’altezza del civico 349, s’interrompe infatti il marciapiede e, 
 spingendo la carrozzella di Bruna, siamo costretti ad attraversare per raggiungere la 
panetteria Maliseti. Qui la titolare, Carla Alunni, è persona sensibile al problema 
dell’accessibilità. 
Il gradino all’entrata è talmente minuscolo che, con un po’ di fatica, 
un disabile in carrozzina riesce però a entrare da solo. Il giro della spesa 
non è ancora 
completato. Tappa obbligata nel negozio di primizie, al civico 368. Senza 
accompagnatrice, qui Bruna non ce la farebbe a superare la soglia. L’ortolano
 Piero Conti promette che s’impegnerà per agevolare l’entrata dei disabili in negozio.
 Come fa notare lui stesso,
 «in fondo, basterebbe installare una pedanina di dieci centimetri». Guai 
anche entrare da soli alla tabaccheria Bellini. «Fino a un anno fa – prosegue Bruna -, 
prima che venisse rinnovato, lo scalino era ancora più
 alto». Ma il trionfo delle barriere architettoniche si celebra in via Fosse Ardeatine. Bruna
 vorrebbe comprare un bouquet.
 Ma al “Centro del Fiore Granieri” si erge a impedimento un massiccio scalone.
 «Vorrei acquistare un mazzolino, come faccio a entrare?», chiede la donna disabile
 alla fioraia che, un po’ imbarazzata, si difende puntando il dito contro il condominio
 se non è stato messo uno scivolo. La fioraia si propone per mostrare a Bruna 
i fiori sull’uscio. «Atteggiamento discriminante: una barriera del genere è come 
dire al disabile di non entrare», risponde Bruna. Per non parlare poi delle barriere 
dell’edicola, del dentista, dell’autoscuola, della lavanderia e del negozio di mozzarelle. 
Gli unici “virtuosi”, a misura di diversamente abile, sono gli uffici delle Poste, il circolo 
"Martini" e l’agenzia di viaggi "Aurora". La Bnl nasconde invece un’insidia. 
Perché è vero che per entrare in banca è previsto un ingresso agevolato sul retro.
 «Per prelevare però i soldi
 al Bancomat devo fare lo scalino». 

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