La tecnologia fa passi da gigante
rincorrendo le esigenze della maggior parte dei consumatori, ma a volte
per fortuna un occhio di riguardo va anche ad una fascia di utenti
minoritaria, quella dei disabili. Molti degli attuali prodotti sono pieni di queste ‘accortezze’ -dalle interfacce “accessibili” di iOS e Windows 8 alle videochiamate per la comunicazione gestuale- dettagli che a molti risultano secondati, ma che per alcuni possono davvero fare la differenza.
È questo il caso di un gruppo di giovani studenti sordomuti
dell’High School di Martinsburg (West Virginia), da sempre
impossibilitati a comunicare con l’esterno, da oggi dotati di una nuova
“voce”. Ad assisterli in questo percorso è stata la dottoressa Trisha
Palmer, i 4.000 dollari investiti dalla Eastern West Virginia Community
Foundation e sette esemplari di iPad.
Gli studenti sordomuti, spiega Trisha Palmer, hanno delle deficienze
mentali che gli precludono alcune abilità cognitive: tra queste, oltre
la comunicazione orale, anche quella scritta e quella gestuale tramite
l’universale linguaggio dei segni. La svolta per questi studenti del
West Virginia è stata l’applicazione “My First AAC” per iPad,
un’app che aiuta la comunicazione tramite intuitivi passaggi
argomentativi. I ragazzi disabili possono in questo modo scegliere
tramite le apposite immagini l’argomento delle loro frasi e premere le
varie opzioni mostrate a schermo.
A differenza di mouse e complesse
interfacce desktop, l’intuitiva tecnologia touch e la limpidezza del
layout dell’applicazione e di iOS hanno permesso ai ragazzi di iniziare
ad utilizzare gli strumenti offerti dall’iPad senza alcun training
preparatorio. Custoditi da un supporto rigido rosa o blu a seconda del
sesso del proprietario, gli iPad hanno subito avuto successo nella
classe e ogni studente ha personalizzato lo sfondo di iOS con una sua
fotografia. Queste le parole della dottoressa Trisha Palmer:
È stato fantastico. La loro attenzione nelle attività è aumentata, così come il loro interesse. Così sono più motivati. In pratica, la comunicazione per loro si è sempre limitata a voglie e bisogni e come conciliare questi. Ma finora non avevamo ancora trovato un modo affinché questa comunicazione potesse avere luogo.È questa la tecnologia di ultima generazione, ed ora è nelle loro mani. Per loro ora significa poter comunicare.
L’educatrice Nancy Simpson parla poi di
tutti i passati insuccessi “tecnologici”, ovvero quei costosi
dispositivi comprati dalla scuola, proposti agli studenti disabili ma
ben presto abbandonati: “Erano ingombranti e scomodi da usare, offrivano
o troppe scelte o non abbastanza, per non parlare dei prezzi
esorbitanti”. Ma il vero contributo che ha dato l’iPad a questi
ragazzi crediamo sia stato un altro: l’aver dato un po’ più di
visibilità a chi, per nascita, è limitato dal silenzio.
fonte:http://apple.hdblog.it/
Nessun commento:
Posta un commento