Immagina un giorno senza quelli che assistono i disabili, integrano le mancanze della scuola, assistono a domicilio le persone bisognose: gli educatori, spesso precari, molte volte in condizioni contrattuali e lavorative tremende. Venerdì 30 novembre gli educatori del consorzio CoDeBri che lavorano in Brianza saranno in sciopero.
Chiedono rispetto: lavorano senza contratto da mesi, vengono pagati a
cottimo e non hanno garanzia di reddito a fine mese. Non solo
percepiscono 6/7 euro l’ora. Se un alunno disabile è assente da scuola
non vengono pagati. Se c’è la gita scolastica, non vengono pagati.
Abbiamo intervistato un educatore precario.
In che
condizioni lavorate? Quali sono i problemi? Forse non tutti sanno cosa
significa fare l’educatore, la disastrosa condizione in cui ci troviamo.In
tutta Italia gli educatori si stanno mobilitando perché non sono
considerati una categoria ma fanno riferimento ai contratti delle
cooperative sociali. In più, le nostre cooperative non rispettano
nemmeno quel contratto nazionale, nel silenzio generale, come se ciò
fosse corretto. Lavoriamo senza contratto da quasi un anno e ora ci
chiedono una riduzione secca di oltre il 38% del nostro salario. Non
rispettano il nostro monte ore,
così non abbiamo nessuna garanzia arrivare a fine mese. Per esempio,
nei tre mesi estivi noi non siamo pagati mentre potremmo essere
impiegati in servizi educativi quali i centri estivi in gestione alle
stesse cooperative per cui lavoriamo e che assumono altri lavoratori a
progetto, spesso non qualificati, con paghe ancora più umilianti.
Avete esigenze particolari rispetto ad altri lavoratori?Il
lavoro di educatore richiede molta formazione permanente. Il nostro è
un mestiere che ha a che fare con il disagio e la sofferenza e il nostro
strumento principale siamo noi stessi con le nostre capacità
relazionali ed empatiche oltre che organizzative e metodologiche. Tutto
questo però non è a costo zero! Oggi invece sempre più spesso corsi di
formazione e sostegni psicologici sono a carico del lavoratore stesso e
lasciati alla libera scelta di ognuno.
Quanti educatori lavorano nelle coop brianzole?Le
cooperative per le quali lavoriamo sono Meta, Tre Effe e Sociale della
Brianza che sono consociate nel Consorzio Comunità Brianza che ha sede a
Monza, sull’appalto dove lavoriamo sono impiegati 100-120 educatori ma
il CCB è una realtà molto grossa con oltre 1600 lavoratori e un
fatturato di oltre 74 milioni di Euro.
Qual è la vostra richiesta principale?Anzitutto
il rispetto del contratto di lavoro! Ci sembra il minimo, ma vorremmo
anche che attraverso la nostra battaglia anche altri colleghi che
lavorano sui diversi servizi di Monza e della Brianza si attivassero per
pretendere migliore trattamento economico, osservanza delle procedure
per svolgere al meglio il nostro lavoro (supervisioni, corsi di
formazione, tutoring ecc), riconoscimento della nostra figura
professionale.
Siete riusciti a coinvolgere gli utenti dei servizi, per esempio i genitori?Sì,
si sono stati subito partecipi e ci hanno espresso solidarietà, visto
che questi tagli spesso colpiscono loro e i loro figli con continue
diminuzioni orarie del servizio di assistenza scolastica o domiciliare.
Se i comuni non riescono a sostenere spese maggiori, come potranno migliorare le vostre condizioni mantenendo i servizi?Si
potrebbe spendere meno e meglio assumendoci direttamente, visto che la
nostra paga è molto bassa ma il servizio costa ai comuni oltre 20 euro
all’ora. Da anni la gestione dei servizi pubblici con appalti al ribasso
danneggia la qualità del servizio aumentando la condizione di disagio e
malessere dell’intera comunità: bambini, famiglie, anziani, persone con
disabilità e, non da ultimi, i lavoratori. Quindi c’è da chiedersi se
questo non è un danno peggiore creato ai cittadini e che i comuni prima o
poi si troveranno comunque a pagare sotto altre forme.
Come avete organizzato lo sciopero?Lo
sciopero è stato possibile grazie al lavoro degli educatori stessi che
da mesi sono in mobilitazione, e abbiamo già ricevuto moltissime
adesioni da educatori di tutta Italia tramite la nostra pagina Facebook e il nostro blog.
fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/
Blog nato a partire dalla mia esperienza di volontariato in piscina a contatto con persone con disabilità(ecco il perchè di "acquasenzabarriere"), successivamente ampliato anche a tematiche più generali, ma comunque curiose ed interessanti fonti di riflessione.
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Un saluto!
Ilaria
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